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WATERFRONT PALERMO | La città degli scambi e dell'innovazione

Il ruolo delle Aree di Trasformazione Integrata nel processo di pianificazione strategica
La fase di avvio del Piano Strategico della città di Palermo (2003-2005) ha prodotto l'individuazione delle Aree di Trasformazione Integrata (ATI) come aree di focalizzazione e concentrazione delle risorse e delle energie per l'avvio del processo di riqualificazione, sviluppo e promozione della città. La loro individuazione è avvenuta attraverso un'analisi spaziale orientata a individuare contesti urbani caratterizzati da specifici tessuti, dalla presenza di importanti risorse territoriali, dall'avvio di grandi progetti di trasformazione. Il risultato è stato l'individuazione di potenziali "cluster urbani" per i quali è necessario procedere ad azioni integrate di riqualificazione e sviluppo declinate attraverso le filiere del recupero architettonico ed urbano, del risanamento ambientale, della rigenerazione sociale, della rivitalizzazione economica, del marketing territoriale e della comunicazione urbana. L'obiettivo del Piano Strategico è consolidare i cluster maturi e orientare le azioni per trasformarne alcuni in veri e propri "distretti" capaci di funzionare da motori dello sviluppo e della competitività della città.
Le ATI sono articolate per priorità e tempestività dell'intervento e su quelle di maggiore priorità è iniziata la fase di sperimentazione di un processo di trasformazione che dalle strategie individui le politiche necessarie, ne elabori i conseguenti progetti e ne definisca le regole più efficaci.

Il Programma innovativo di recupero urbano portuale e ferroviario
L'articolazione dalla città in 12 ATI ha consentito di affrontare con modalità dedicate i processi di trasformazione delle singole aree, non perdendo di vista il sistema urbano generale, avendo come costante riferimento la “visione di futuro” che il piano strategico intende promuovere. Sulle ATI individuate come prioritarie l'Urban Center ha avviato l'elaborazione di programmo strategici di trasformazione integrata (PSTI), i quali hanno il ruolo di definire le identità prevalenti di ogni area in funzione della struttura generale della città e di assegnare ad ognuna un ruolo preciso nel sistema urbano, connettendo e rendendo coerenti tutti gli interventi già programmati ed alimentando la promozione di altri ritenuti necessari per la realizzazione complessiva del progetto di futuro assegnato alle aree. I primi esiti dello schema di PST redatto per le ATI "Waterfront centrale-Sampolo-Chimica Arenella" (ATI 1) e "Danisinni-Lolli-Notarbartolo" (ATI 2) hanno ricevuto dal Ministero delle Infrastrutture un finanziamento della progettazione integrata e del project management per la rigenerazione dei contesti urbani interessati dalla riqualificazione di aree ferroviarie e portuali .
La prima delle due aree bersaglio selezionate è caratterizzata dalla presenza dell'ex Chimica Arenella, dell'ex Manifattura Tabacchi, del Porto e dell'antico porto della Cala, della stazione ferroviaria Sampolo e dell'ex Mercato Ortofrutticolo. L'area comprende anche il sito archeologico del Castello a Mare-San Pietro, per il quale si sta procedendo alla realizzazione di un parco. Il nuovo carattere che il Programma Strategico di Trasformazione intende assegnare all'area è quello della “città degli scambi e dell'innovazione”, cioè una rete di servizi e infrastrutture capaci di potenziare la capacità del commercio, dell'impresa e della ricettività, soprattutto nel campo dell'innovazione e della creatività. Il progetto prevede una complessiva riqualificazione urbana promossa dal riposizionamento strategico di alcune aree industriali dismesse sulle quali attivare un sistema multimodale di servizi alla collettività e all'impresa per la ricerca, lo sviluppo e l'esposizione di prodotti e servizi legati all'innovazione, anche in connessione con il carattere costiero dell'area. L'area offrirà un sistema integrato di attività capaci di funzionare come sorta di “distretto” di servizi, reti e occasioni per le imprese dell'intero sistema palermitano che vogliano potenziare i loro assets innovativi e le opportunità di internazionalizzazione, trovando un sistema integrato di esposizione, ricettività dedicata e servizi per il tempo libero, di infrastrutture di collegamento e di servizi per il potenziamento degli scambi e della diffusione dei prodotti. L'area si caratterizzerà anche per una fruizione integrata del patrimonio culturale archeologico e del mare, offrendo anche occasioni di sperimentazione e sviluppo per le imprese che operano nei settori collegati.
La seconda area bersaglio si configura come uno snodo strategico per fluidificare il sistema della mobilità urbana e per connettere meglio alcune centralità esistenti. Essa comprende al suo interno i Cantieri Culturali, il Castello arabo-normanno della Zisa, le Ville Malfitano, Serradifalco e Filippina. L'agenda delle strategie in atto prevede il completamento del Centro di Municipalità, con la localizzazione di alcuni servizi di alto rango quali la Scuola Nazionale di Cinematografia, il Museo Mediterraneo di Arte Contemporanea e i centri di cultura internazionali, il Parco Archeologico della Zisa, nonché la Stazione di interscambio metro-treno prevista dal piano della viabilità e il potenziamento del nodo ferroviario Notarbartolo. Il carattere assegnato all'area in virtù della sua vocazione prevalente è quello della “città internazionale della cultura”, cioè un sistema di aree, servizi e infrastrutture per il supporto all'internazionalizzazione della cultura mediterranea già promossa dalle istituzioni presenti. Il progetto prevede la riqualificazione dell'area ferroviaria con la copertura dei binari, con particolare attenzione al progetto di "nuove centralità e qualità urbane" per l'ex stazione Lolli e la stazione Notarbartolo. Il potenziamento dell'asse Imera-Lolli-Malaspina come “dorsale” di mobilità faciliterà l'accessibilità alle grandi centralità culturali sopra elencate e alle nuove localizzazioni che connoteranno questa parte di città come un “distretto della cultura internazionale”, in cui potranno trovare collocazione anche le sedi decentrate di organismi nazionali ed internazionali di produzione e promozione della cultura.
L'approccio sistemico e strategico al Programma affronta le nuove localizzazioni e le necessarie delocalizzazioni in un'ottica complessiva che considera sempre l'intera città come scenario delle decisioni, offrendo nel negoziato una valutazione complessiva delle più opportune nuove localizzazioni, in modo che siano coerenti con la più generale strategia di riqualificazione e sviluppo della città.

Il progetto pilota di rigenerazione del waterfront urbano
Tra le aree di intervento elencate nel Programma vengono considerate come irrinunciabili, in quanto caratterizzanti il programma stesso, quella di “Sampolo” e quella del “Waterfront Centrale”.
L'area del Waterfront centrale interessa quasi interamente aree portuali: viene compresa, pertanto, anche l'area del molo trapezoidale (per attività culturali), la Cala (per realizzare attrezzature per il tempo libero) e il bacino Florio (per realizzare un polo crocieristico).
Gli interventi previsti nell'area del fronte a mare sono quindi esplicitamente finalizzati alla riqualificazione e valorizzazione del fronte a mare e ad incrementare l'interazione tra il Porto e la Città.
Relativamente alle attività da svolgere, constatato che buona parte delle aree prioritarie di intervento di questa ATI rientrano all'interno del perimetro del Porto, per il quale l'Autorità Portuale sta già procedendo alla definizione del Master Plan del Porto, quale supporto sostanziale per la redazione del Nuovo Piano Regolatore Portuale, si ritiene opportuno che tutte le attività riguardanti le aree di intervento interne al perimetro del Porto siano direttamente coordinate dall'Autorità Portuale in modo da garantire il profilo di efficienza amministrativa che il Programma Innovativo richiede. Le attività saranno sviluppate da uno specifico gruppo di pianificazione e progettazione, dotato delle elevate professionalità necessarie, che dovrà essere comunque strettamente integrato con l'attività del Comitato di Strategia, con il Comitato di Regia del Programma Innovativo e con il Responsabile del Procedimento.
Ciò al fine di garantire una maggiore unitarietà per tutte le progettazioni da prevedere all'interno del perimetro di pertinenza dell'Autorità Portuale, che saranno poi utilizzate per redigere il Nuovo Piano Regolatore Portuale con carattere strutturale e strategico, ma anche - cosa ritenuta ai fini del Programma Innovativo in ambito urbano prioritaria - al fine di catalizzare intorno al Programma maggiori apporti in risorse private e attivare un circolo virtuoso che veda un maggiore coinvolgimento sostanziale e responsabilizzato (negli obiettivi e nei risultati) del partenariato, pur agendo in una logica di coordinamento unitario sotto l'egida dell'Amministrazione comunale, garante dell'unitarietà dell'intero processo di riqualificazione.
A tal fine, per lo sviluppo e la riqualificazione in ottica competitiva dell'area ATI1, è stata definita da parte dell'Autorità Portuale di Palermo una strategia di azione mirata alla riorganizzazione del piano degli interventi inerenti l'ampio perimetro del porto, con l'obiettivo di rilanciare il Porto di Palermo quale infrastruttura leader nel miglioramento dei servizi offerti ai palermitani, ai turisti ed agli operatori commerciali, ma soprattutto di integrare e rendere pienamente sinergico il piano di rilancio del porto con il piano di riqualificazione della Città, così da rispondere all'obiettivo strategico e prioritario - sia per l'Amministrazione Comune che per l'Autorità Portuale di Palermo - di “restituire il mare alla città”.
La strategia di intervento prevede l'ottimizzazione degli interventi e la loro integrazione, sia a livello architettonico che a livello di comunicazione coordinata, garantendo con ciò piena visibilità alle iniziative e di conseguenza l'avvio di un ciclo positivo di valorizzazione, che incentivi la compartecipazione dei privati nello sviluppo dell'infrastruttura portuale quale asse portante dello sviluppo e della competitività della città.
Questo processo di pianificazione intende definire ed armonizzare le scelte progettuali delle aree funzionali del porto tradizionale, le quali posseggono un elevato livello di autonomia e flessibilità di trasformazione, con quelle aree di margine le cui attività sono più prettamente urbane e comunque hanno un diverso modo di interagire con l'identità e la vita della città.

Il Masterplan del waterfront
Il Master Plan del Porto intende quindi essere lo strumento di scenario attraverso il quale l'Autorità Portuale di Palermo realizza la strategia di valorizzazione e sviluppo competitivo del porto di Palermo, anche collocando la progettazione del nuovo paesaggio urbano costiero nel panorama mondiale delle eccellenze architettoniche.
Il Master Plan comprenderà quindi in un unico piano i risultati della pianificazione territoriale ed economico-finanziaria, della riorganizzazione funzionale e della progettazione urbanistica ed architettonica.
La richiesta di uno strumento diverso nei contenuti, nelle finalità e nei modi operativi, si è collocata del resto in una fase di avanzata riorganizzazione del trasporto marittimo e, di conseguenza, del porto inteso non più come scalo terminale, ma nodo di una rete intermodale complessa, estesa all'intero territorio circostante e comprendente i servizi, le professionalità e le qualità insediative e ambientali del sistema urbano circostante.
Attualmente l'area portuale è sempre più un anello di una catena trasportistica continua, rispetto ad un passato in cui il porto era anche emporio oltre che sosta per lo scarico e il carico delle merci. Questa diversa velocità di trasformazione delle aree portuali rispetto a quelle urbane ha fatto sì che il porto si sia configurato come sistema chiuso e separato dalla città.
Il porto è stato considerato come macchina autonoma, senza interferenze con l'esterno, come infrastruttura settoriale e specialistica, e ciò rappresenta ancora l'orientamento prevalente nella pianificazione portuale, che vede il territorio e la città circostanti come semplici spazi di attraversamento per le necessarie connessioni con gli altri nodi trasportistici.
L'esperienza degli anni passati dimostra la difficoltà nella composizione di interessi a volte contrastanti e di situazioni critiche che si vengono a creare tra Amministrazioni Comunali e Autorità Portuali. Per superare tali problematiche è necessario confrontarsi con il sistema infrastrutturale e, ancor più, con la sua sfera economica, ragionare in termini di complessità, di integrazione, ma anche di flessibilità e di selezione degli ambiti di intervento.
E' compito della pianificazione ricomporre il senso e l'efficacia della rete, connettendo e nello stesso tempo distinguendo, integrando, ma anche esaltando le singole identità.
Ci sono aree portuali che non solo esigono autonomia, ma che, per struttura e scelte progettuali, non hanno relazioni dirette con la funzionalità e la morfologia urbana. Per queste aree, il cui tempo di trasformazione è più rapido di quello della città, occorre una pianificazione specifica. Quando la città avvolge l'intero fronte portuale occorre individuare alcuni "innesti", alcuni assi di penetrazione, alcuni varchi più permeabili e significativi.
Non solo è necessario recuperare alla città l'intero arco portuale, ma soprattutto gli spazi di connessione significativi tra le aree portuali a maggior vocazione urbana e i tessuti più prossimi della città; innesti, ma anche affacci, aperture della città sul porto.
Tra la città e il porto, soprattutto nelle aree portuali di più antica formazione, ci sono aree di margine in cui le attività portuali sono più compatibili con quelle urbane (stazioni marittime, nautica da diporto, uffici direzionali, servizi, ecc.). Tali aree, pur facendo parte del sistema portuale (e del demanio marittimo), sono oggettivamente zone di grande attrattività per funzioni commerciali, culturali e del tempo libero; sono spazi di interazione e di integrazione, dove si addensano le nuove centralità urbane.
Per far fronte a tale complessità e così conseguire con efficacia e qualità l'obiettivo guida del Programma Innovativo in ambito urbano Porti&Stazioni, si è ritenuto prioritario la definizione del MasterPlan del Porto, quale elemento cardine del processo di valorizzazione e rilancio competitivo dell'ATI 1.

Le strutture operative per il Masterplan: l'Officina del Porto
Per la definizione del Master Plan del waterfront, sono state definite alcune strutture operative anche ai fini della verifica di coerenza tra piano di intervento del Comune, dell'Autorità Portuale e delle Ferrovie dello Stato, nonché per l'ottimizzazione del coinvolgimento attivo del partenariato privato.
Il MasterPlan è infatti costituito da due ambiti di intervento principali: il primo riguarda la Pianificazione Territoriale, che sarà sviluppata attraverso il lavoro congiunto e coordinato (anche con la Cabina di Regia del Programma Innovativo in ambito urbano Porti&Stazioni nonché con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, quale Autorità di Gestione del Programma) di tre organismi (il Comitato Scientifico, il Comitato Consultivo e l'Officina) adeguatamente supportati dalla consulenza specialistica di esperti nelle aree prioritarie di intervento (strutture, geotecnica, geologia, impianti, economia dei trasporti, architettura, etc…); il secondo ambito di intervento riguarda la Pianificazione Economico-Finanziaria, che si avvarrà di apporti specialistici.

L'Officina del Porto è il principale "motore progettuale" per la rigenerazione del waterfront: un luogo della riflessione, dell'analisi, della progettazione e della comunicazione. L'Officina è anche un network decisionale, scientifico e professionale che coinvolge amministratori, esperti e progettisti in un laboratorio permanente per la rigenerazione del waterfront della nuova città-porto. L'Officina è guidata dal Presidente dell'Autorità Portuale, Antonino Bevilacqua, dal Segretario Generale, Riccardo D'Amico, e da Bartolomeo Salvo della struttura tecnica del Porto. E' coordinata dal punto di vista scientifico da Maurizio Carta, per la pianificazione generale e le connessioni con le strategie urbane e da Flavio Albanese per i progetti pilota. La componente progettuale è formata da Giulia Argiroffi, Melina Condurso, Dario Cottone, Tiziano Di Cara, Emilio Di Gristina, Massimiliano Giudice, Gianluca Lucentini, Sebastiano Provenzano, Alessandro Riolo, Pietro Riolo, Giuseppe Romano e Gianni Vitrano. Si avvale inoltre delle consulenze specialistiche di Cleo Li Calzi e Mario Vigneri, consulenti del Sindaco.
L'organizzazione degli organismi attraverso cui si svolgerà l'attività di pianificazione territoriale è stata organizzata perché sia funzionale a realizzare un secondo obiettivo guida del Programma, ovvero la capacità di riunificate sotto un'unica cornice la complessità e la multidisciplinarietà che il programma strategico di valorizzazione del waterfront necessita. La partecipazione a tali organismi di professionalità di livello europeo permetterà altresì di coniugare costantemente le specificità delle professionalità locali con quanto in divenire nella scena internazionale, attingendo idee, relazioni ed esperienze da buone pratiche già validamente testate in altri contesti, e contribuendo ad elevare la qualità progettuale locale in una costante interazione tra locale e globale, tra identità ed evoluzioni.
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