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in questo numero contributi di Pina De Angelis, Elvira D'Amico, Carmelo Bajamonte, Giuseppe Giugno, Iolanda Di Natale, Angela Giardina, Roberta Priori.

codice DOI:10.4413/RIVISTA - codice ISSN: 2038-6133
numero di ruolo generale di iscrizione al Registro Stampa: 2583/2010 del 27/07/2010

Intorno a “La Sicile illustrée”. Una rivista a Palermo agli albori del Novecento di Carmelo Bajamonte

Nel panorama della stampa periodica siciliana, che nello scorcio fra Ottocento e Novecento mostra un’eccezionale molteplicità d’iniziative culturali,[1] “La Sicile illustrée” occupa un posto di rilievo, arricchendo un’informazione che, garantita dalle buone tirature dei due principali quotidiani del capoluogo isolano – “Il Giornale di Sicilia”, fondato nel momento dell’Unità, e “L’Ora”, iniziatosi a pubblicare nel 1900 –, si disponeva in un ventaglio di giornali e testate perodiche di natura varia.

La prosperità della carta stampata in Sicilia ha incremento giusto nell’arco di anni in questione, quando circolano numerose riviste che si qualificano per la ricchezza degli argomenti proposti, per la veste grafica accurata nell’illustrazione e per modelli e funzioni spesso di grande utilità per affrontare sotto varie angolature i fatti artistici soprattutto figurativi.

“La Sicile illustrée”[2], in particolare, eredita i modelli editoriali di riviste già apparse a Palermo – penso al settimanale “Psiche: arte, letteratura, musica, moda, gran mondo, teatri, sport, varietà” (dal 1885), a Chic! (1894), a “Bohème. Rivista letteraria artistica-mondana” (1897) e a “Flirt. Rivista illustrata letteraria, artistica, mondana” (dal 1897)[3] – trovandosi sul mercato in posizione di concorrenza con prodotti editoriali assai simili come “The Smart Set. Rassegna del Gran Mondo” (1907-1911).[4]

“La Sicile Illustrée” è l’organo ufficiale dell’Associazione Siciliana per il Bene Economico,[5] fondata nel 1895 e dotatasi nel 1901 di uno statuto che fissava quale primo scopo il «contribuire al miglioramento delle condizioni morali ed economiche dell’Isola». Nell’Incominciando, una nota programmatica apparsa nel primo numero, si fissavano identiche finalità per il periodico rimarcando «l’opera santa di patriottismo» di cui “La Sicile illustrée” si incaricava: «far conoscere all’Estero e anche nell’Italia Continentale le non comuni bellezze naturali ed artistiche dell’isola nostra e le vive nostre produzioni commerciali e industriali».

L’organigramma di questa impresa editoriale è formato dall’haute palermitana da cui provengono i principali azionisti (Ignazio jr. e Vincenzo Florio, il conte di Francavilla e il duca della Verdura), i membri del consiglio e i due direttori: «la genialissima e aristocratica scrittrice Duchessa Mara di Villa Gloria e […] un illustre e colto amatore della nostra Isola del Sole, il brillante Deputato siciliano Principe Pietro Lanza di Scalea». Pubblica la rivista Salvatore Marraffa Abate,[6] non un editore ‘puro’ ma un brillante imprenditore che aveva messo su attività commerciali come la S. Marraffa e Abate & C. (che si occupava di vendita di prodotti, da vini a strumenti chirurgici e stoffe) e il Sicilian Information Office (S.I.O.), una ‘società di servizi’ pubblicizzata nelle sue riviste, che forniva pacchetti di viaggio, servizi di guide turistiche, souvenir.[7] Un settore della casa editrice era indirizzato alla stampa periodica pubblicando la già ricordata “Flirt”, fondata e diretta da Marraffa con il buon successo di 15.000 copie di tiratura, e “L’Italia Illustrata” nata a Palermo nel settembre del 1911.

Con lo pseudonimo di Leo d’Alba, Marraffa Abate è il rédacteur en chef della redazione,[8] un vivace luogo di discussione in cui si ritrovarono collaboratori provenienti anche da “L’Ora”, da “Flirt” e da altre testate locali e i «più noti scrittori continentali e stranieri».[9]

Marraffa Abate nel primo numero descrive la rivista quale

fantasmagorico cinematografo; in essa sfileranno i paesaggi più incantevoli, i monumenti più interessanti, i panorami magnifici, le opere d’arte più decantate di Sicilia, le più belle figure muliebri della nostra Società, mentre vi troverà posto la rassegna d’arte, la nota storica o archeologica, o etnografica, la caratteristica novella siciliana, la fine poesia dialettale, la nota gaiamente festosa come un trillo d’uccello della parte migliore della nostra vita mondana.[10]

Sotto questo aspetto, “La Sicile illustrée” offre un ingente materiale per chi voglia comprendere quella stagione, vitalistica ed effimera, e una società con le sue evidenti contraddizioni economiche cui «sembra si cerchi ad un certo punto di sopperire con un nuovo iperattivismo, quello produttore di immagine».[11]

 Le scelte editoriali dei responsabili di “La Sicile Illustrée” sono polarizzate sul turismo d’élite, e sin dal primo numero del 1904 si affina una comunicazione commerciale ad hoc[12] anche internazionale (viste le inserzioni in francese, inglese e tedesco) per esercizi commerciali e artigianali della città, quali Daneu, Fecarotta, Hugony, Ducrot, Dagnino, Gulì, Caflisch, in buona parte non più esistenti. Soprattutto nelle prime annate si rivela preponderante la presenza degli investimenti pubblicitari. Sempre legata in maniera coerente alla grafica, la pubblicità contribuiva a rafforzare l’aura patinata della rivista reclamizzando marchi e noti alberghi del Regno, tra cui il Danieli di Venezia, il Grand Hôtel des Palmes e la Villa Igiea di Palermo, nuovi teatri dei riti mondani dell’alata società internazionale.[13]

 “La Sicile illustrée” – che con ogni probabilità deve il titolo a La Sicilia illustrata nella storia, nell’arte, nei paesi, il libro di Gustavo Chiesi uscito per i tipi di Sonzogno nel 1892 – presenta spesso un sottotitolo in più lingue[14] che rimarrà identico fino al dicembre del 1910; con il primo numero del 1911 il mensile assume il nome “La Sicilia Illustrata”, conservandolo per tutti i numeri di quell’anno, l’ultimo della sua storia.[15]

L’editing lussuoso in grande formato (32x24) e carta patinata ha il suo fiore all’occhiello nella doppia copertina, la prima più ’grafica‘ – con i caratteri del frontespizio sempre virati in diverso colore e fregi liberty entro cui sono campite immagini accattivanti anticipate da didascalie tematiche[16] – rispetto a una seconda in cui sono elencate tutte le informazioni redazionali (sede amministrativa,[17] responsabili, soci, prezzi e abbonamenti[18])

Il corredo d’immagini che illustra i vari numeri mostra un singolare assortimento grafico-pittorico: dalle riproduzioni di stampe antiche alla fotografia, dai disegni di Luigi Di Giovanni, Salvatore Gregorietti e di Aleardo Terzi – pittore, elegante esponente della grafica Liberty le cui illustrazioni su “La Sicile illustrée” ne richiamano altre sue apparse sul periodico “Novissima. Albo d’Arti e Lettere” pubblicato a Milano dal 1901[19] –, dalle fototipie degli acquarelli in eleganti tavole fuori testo di Rocco Lentini, Onofrio Tomaselli e della pittrice giapponese O’Tama Kiyohara Ragusa ai ritratti “pupazzettati” della quadreria caricaturale del vignettista Scintilla,[20] le immagini hanno un ruolo importante e connotano “La Sicile illustrée” come una delle più attraenti riviste del Novecento siciliano.

Gli articoli presentano generi vari ma uguale intento di promozione turistica dell’isola nel riverbero del luccichio belle époque. Tant’è che vi ritrovo una batteria di argomenti quasi esclusivamente dedicati alla Sicilia che potevano renderne un’idea quanto più completa specie in chi si apprestava a visitarla. Rubriche come C’est que l’on dit, ce que l’on ècrit sur la Sicile assolvono questa funzione, altre come Libri… e Riviste… o Teatri assicuravano aggiornamenti culturali tramite corrispondenti incaricati di fornire notizie su pubblicazioni e novità editoriali. All’insegna delle croniques mondaines le rubriche Sicilia elegantissima, Le nostre dame e Carnet mondain offrivano una rutilante vetrina di abiti e acconciature delle nobildonne più in vista – Giuseppina Lanza di Castelreale, Giulia Trigona di Sant’Elia, Franca Iacona di San Giuliano e altre dame d’onore della regina Margherita di Savoia – ‘signore d’Italia’ consacrate anche nella rivista napoletana “Regina. Rivista per le signore e le per le signorine” (dal 1904) sul modello del periodico “Margherita. Giornale delle signore italiane: moda e letteratura”, editato dai Treves dal 1878.

Di natura affine, la rubrica Famiglie patrizie siciliane si occupava di storia e personaggi locali con ‘affreschi’ dedicati alle famiglie aristocratiche arricchiti da fotografie d’interni di dimore avite.[21] Rientra in questa voce la documentazione fotografica delle feste allo Sports-Club, della messa in scena di acclamatissimi tableaux vivants di revival stilistico dal Luigi XVI al japonisme.

Roberto Ciuni considerava la rivista

documento di una società chiusa nei suoi castelli dorati, chiusa nei suoi giochi di salotto […]. Raramente vi appaiono resoconti di avvenimenti non festaioli o racconti che non abbiano verso turistico, e proprio nell’evanescenza di quanto viene rappresentando nelle sue pagine edulcorate, numero dopo numero, s’appunta la curiosità di chi legge, sta l’interesse dell’affresco di costume.[22]

L’upper class più che toccata dagli accadimenti che andavano funestando la Sicilia – l’uragano del Capodanno 1905, la disastrosa situazione economica delle città isolane, il terremoto di Messina e Reggio del 1908, l’epidemia di colera che colpì Palermo nel 1910 –, sembra suggestionata dalla lettura dei resoconti delle visite del Kaiser Guglielmo II o del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena, o da eventi di gran richiamo come la Targa Florio.

Sulle colonne del periodico passano in rassegna i fasti del bel mondo ma sono sempre omesse le notizie sulle agitazioni del Cantiere navale, della Fonderia Oretea, dello Scalo d’alaggio. Il turismo appare una delle poche voci in attivo nel settore economico che, lentamente ma inesorabilmente, volge alla decadenza. Vincenzo Florio descritto da Marraffa Abate come «instacabile iniziatore, organizzatore e propagandista, guidato da intrepide idealità»,[23] sommerso dai debiti soccomberà da lì a poco sotto il peso delle rovine del suo impero economico.

«Dalle pagine di “La Sicile illustrée” sembra che […] la nuova borghesia emuli scioccamente i fastigi cittadini della nobiltà decaduta, ripetendo il processo di autodistruzione dell’aristocrazia meridionale che Benedetto Croce nella «Storia del regno di Napoli» individua ne «l’ozio, il lusso, il fasto, le gare di sfoggiare e pareggiarsi e soverchiarsi gli uni cogli altri, i grandiosi palagi che facevano edificare, il numeroso servitorame di cui s’attorniavano…».[24]

Nell’impietosa diagnosi della disperazione palermitana, Oreste Lo Valvo, avvocato, pubblicista con il nom de plum Oleandro, certo allusivo della sua scrittura velenosetta, includeva anche la stampa periodica in un giudizio caustico che mi sembra attagliarsi bene a “La Sicile Illustrée”:

oggi che la vita si basa sulla pubblicità, sulla conoscenza che scambievolmente dobbiamo avere della reciproca grandezza, i giornali sono diventati strumenti di prima assoluta necessità. E siccome la gente è abituata a giudicare da quello che vede, così è pronta a credere tutto quello che legge. La critica giornalistica, pertanto, crea i grandi uomini, registra i generosi, le signore eleganti, i giovanotti sportivi, gli artisti da teatro, gli spadaccini, i poeti, i letterati e qualunque nome si legge nei giornali entra subito nelle sfere della celebrità.[25]

La Sicile illustrée” è rivolta dunque a un pubblico ben preciso di lettori colti e cosmopoliti che vagheggiano il Grand Tour pronti a ricalcarne i topoi dei viaggiatori del Settecento (l’antico, il pittoresco, l’Etna), ma con i modi del nuovo turismo di massa, sul treno, su un’Isotta Fraschini, in hotel recommandés. La rivista lascia ampio spazio alle pagine di viaggiatori europei che avevano visitato l’isola, ripubblicandole da riviste straniere (“La revue de voyage”, “Monde Moderne”, “Revue Mame de l’Acadèmie française”). Esprimono sensibilità diverse verso il paesaggio e verso il patrimonio delle culture architettoniche e figurative susseguitesi nel tempo in Sicilia lo scrittore e storico scozzese William Agnew Paton,[26] che lasciò un dettagliato resoconto di viaggio, Picturesque Sicily (1897), tradotto in italiano e uscito per la casa editrice Sandron nel 1902; l’inglese Douglas Sladen; la rubrica del poliedrico viaggiatore scrittore e fotografo francese Louis Rousselet dal titolo En croisant la Sicile,[27] la scrittrice e fotografa francese Louise Hamilton Caico[28] e altri contributi in lingua[29].

Per quanto concerne il versante storico artistico della rivista, tema che concerne di più questo scritto, La Sicile illustrée” colora il mosaico di geografia artistica regionale, già promossa in scala nazionale con la fondazione del Touring Club Italiano (1894); anche in Sicilia la riscoperta di luoghi e cose d’arte si era connotata fin dagli anni postunitari di una forte tensione identitaria.[30] Se notevole è fra Otto e Novecento l’importanza delle riviste e, come osservava Gianni Carlo Sciolla,

l’impegno mostrato dagli studiosi della Nuova Italia per coinvolgere il pubblico dei lettori, nella maniera più vasta possibile al fine di offrire informazione rapida, aggiornata, unitamente a una vasta divulgazione culturale, orientate alla costruzione di una nuova sensibilità e coscienza nazionale, relativamente ai principali eventi e dibattiti del mondo dell’arte[31]

“La Sicile Illustrée” mostra un ruolo improntato ad analoghe finalità. Malgrado la rivista offra modesti apporti alla storia dell’arte, dal punto di vista delle personalità che vi scrivono non meno che per i temi affrontati, tuttavia non si può revocare in dubbio né che essa rimanga viva testimonianza di un momento storico né che quel «fantasmagorico cinematografo» abbia proiettato immagini molto nitide della Sicilia, spiegandoci i modi del consumo culturale di quegli anni.[32]

La rivista si accosta in margine a quel momento di studi della storiografia non solo artistica impegnata da un rinnovamento metodologico di chiaro stampo positivistico grazie a Gioacchino Di Marzo, Antonino Salinas e Giuseppe Pitrè.[33] I temi di storia dell’arte segmentati numero per numero sono a firma di storici dell’arte ‘puri’ (per l’appunto Di Marzo o Enrico Mauceri), di studiosi spesso non arruolati accademicamente, talora professionisti inquadrati nell’amministrazione delle belle arti (penso a Cesare Matranga, storico dell’arte e funzionario del Museo Nazionale di Palermo, o a Francesco Colnago, assessore alla Pubblica Istruzione al Comune di Palermo), di cultori d’arte e divulgatori che iniziavano ad avere un ruolo nel dibattito artistico italiano. Poche le firme nazionali ’prestate‘ alla rivista, Ugo Ojetti, Lorenzo Fiocca, Pompeo Molmenti.

Dalle aree più frequentate (Palermo, Agrigento, Messina, Siracusa) ai centri minori (inseriti nella rubrica I comuni di Sicilia), gli articoli intendono far conoscere ‘luoghi romiti’ o noti,raccontarne la stratificazione storica e culturale secondo modelli di communicazione già collaudati in periodici nazionali.

Il Medioevo, inteso come momento culmine della storia siciliana, ha una posizione centrale anche in articoli a puntate[34] (I Re di Sicilia e le dimore regie di Sicilia di Giuseppe La Mantia). Segnalo ancora Due antichi monumenti d’arte in Messina[35] di Letterio Lizio Bruno e Le antichità classiche di Siracusa durante il Medio Evo di Enrico Mauceri, storico dell’arte che in quegli anni è corrispondente della rivista di Adolfo Venturi “L’Arte”.[36]

Numerosi gli articoli sulle arti figurative del XV e XVI[37] di Gioacchino Di Marzo, storico dell’arte esperto e consumato che aveva incardinato la storiografia artistica sul positivismo e la filologia.[38] Lo spazio sulla rivista gli consente di proseguire i filoni di ricerca già affrontati in studi definitivi sul Rinascimento – i due volumi I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI (1880 e 1883), La Pittura in Palermo nel Rinascimento del 1899, Di Antonello da Messina e dei suoi congiunti (1903) – con uno spirito critico nutrito dal ‘saper vedere’, da ricerche d’archivio e da scrupolosi riesami delle fonti che lo portarono a fugare quelle «fantasie, per lo più prodotte da prudore campanilistico, siccome da’ tempi dell’Auria fin quasi ai dì nostri».[39]

La predilezione verso il Rinascimento, in linea con quel recupero che aveva visto proprio in Di Marzo uno dei maggiori e più convinti artefici, è un filo rosso che lega una messe di contributi sulla pittura e sulla scultura fra XV e XVI secolo ma con mordente storiografico un po’ più annacquato.[40]

Vorrei mettere in evidenza, in ragione della loro precocità, gli articoli del giovane Vito Fazio Allmayer[41] i cui interessi rivolti alla storia dell’arte si diffondono in quegli anni anche in altre riviste, “Natura ed Arte” e “Rassegna d’Arte”. Con lo pseudonimo Phabius, Fazio Allmayer firma qui contributi dedicati alla storia del collezionismo, ai primitivi e agli artisti del XVI secolo presenti nelle collezioni del Museo Nazionale di Palermo. È la riprova del favore di pubblico di quel museo negli anni della direzione di Antonino Salinas (dal 1873 al 1913), «apostolo di studio e d’intelligente amore per la Patria»,[42] quando esso diviene meta di viaggiatori internazionali quali il visconte francese Antoine Dry e il belga Jules Destrée i cui resoconti di viaggio vengono da “La Sicile Illustrée” centonati e rimontati con illustrazioni.[43]

Il trafiletto di Pompeo Molmenti si allinea invece alla serie di scritti, pubblicati dal 1877 sul giornale “La Perseveranza” di Milano, in cui lo storico veneziano comparava la pittura del capoluogo lagunare con le altre scuole regionali «durante l’età di mezzo e nel Rinascimento».[44]

Un nucleo tematico importante per quantità è l’antico attorno a cui si addensano temi di antiquaria e numismatica,[45] descrizioni di siti e scoperte archeologiche presentati da studiosi di varia formazione Lorenzo Fiocca,[46] Gaetano Mario Columba,[47] Vincenzo Morici,[48] Giuseppe Patiri,[49] Giorgio Traina.[50]

La “La Sicile Illustrée” ha in pagina anche le collaborazioni di Paolo Orsi, archeologo roveretano di lungo corso che nel 1888 era stato nominato ispettore degli Scavi, musei e gallerie del Regno e destinato a Siracusa come coadiutore di Francesco Saverio Cavallari direttore del museo della città. Gli articoli propongono i temi com’erano nelle sue corde, la Sicilia preistorica, preellenica e magnogreca; Orsi tratta anche il problema degli scavi clandestini in siti archeologici spesso inaccessibili, come la necropoli di Pantalica, per i quali auspicava nella rivista[51] una nuova politica di tutela, che è noto essere anche un leit motiv di molte lettere a Corrado Ricci, negli anni in cui il ravennate è alla guida della Direzione generale delle Antichità e Belle Arti.[52]

In attinenza al dettato che la rivista si era data, è assolto scrupolosamente l’impegno a informare su quanto avveniva nel mondo dell’arte, illustrando i contesti artistici con gustose spigolature, le visite agli atelier di artisti noti o emergenti. In Artisti contemporanei andavano rubricati i profili di – fra gli altri – Francesco Lojacono, Mario Rutelli, Onofrio Tomaselli, Benedetto e Pasquale Civiletti, Domenico Trentacoste, Giuseppe Sciuti, Ettore Ximenes, Giuseppe Mancinelli[53]. Scrivono su questi temi Vito Fazio Allmayer, Ugo Ojetti e quel Francesco Colnago scrittore giornalista per diverse testate e grande promotore di cultura, la cui collaborazione con Salvatore Marraffa Abate, che aveva già dato alla luce un libretto contenente una biografia celebrativa di Francesco Lojacono per il cinquantenario di attività dell’artista,[54] consta anche di una manciata di articoli su “La Sicile Illustrée”;[55] dai quali, tuttavia, non possono trarsi significative risultanze critiche siccome – lo notava Gioacchino Barbera a proposito del testo delle onorificenze a Lojacono, «che non si può certo definire uno studio limpidamente filologico bensì una sorta di trionfalistico omaggio al maestro, con un testo oggi quasi del tutto inservibile, troppo carico di formulazioni alate ed evocative»,[56] – chi scrive d’arte in Sicilia mostra sovente in quegli anni un soverchio campanilismo nel chiuso recinto della cronaca.[57]

Di segno contrario l’articolo di Ugo Ojetti[58] su Domenico Trentacoste, che è un tassello del solido rapporto fra il critico d’arte romano e lo scultore palermitano documentato anche da un carteggio custodito nel Fondo Ojetti dell’Archivio della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma.[59] Ojetti coglie il temperamento dello scultore, a quella data già affermato in Francia e in Inghilterra, e della sua arte, la cifra eclettica fra classicismo e naturalismo, la saldezza formale e compositiva, l’intensità psicologica come nel «gracile nudo della Derelitta dove ogni muscolo pareva tremar di freddo e di pudore»[60] che enorme successo di pubblico e di critica aveva riscosso alla prima Biennale di Venezia del 1895.

Grazie alle recensioni su manifestazioni artistiche e mostre – le Promotrici del Circolo artistico di Palermo, l’allestimento delle sale espositive del Circolo artistico di Catania, la I Mostra d’arte figurativa al Circolo di Cultura – è possibile delineare le modalità del sistema dell’arte del primo ‘900.[61] Si intravede un’abituale attenzione per quanto succedeva fuori dell’isola, specie nella partecipazione di artisti siciliani alla Biennale di Venezia e alle Kermesse espositive internazionali di Milano (1906) e Monaco (1909).[62]

La rivista è davvero partecipe delle vicende del mondo artistico siciliano e nazionale e le rubriche d’arte fra cui Circolo artistico di Palermo, Palermo artistica, Artisti nostri e Pagina bleu (dal numero sette del 1906 Cronache bleu), quasi con funzione di bollettino, intrecciano una fitta tessitura di cronache d’arte, di cui qui non è possibile dar conto, dato l’alto numero di elzeviri, note e stringate comunicazioni su promozione degli artisti e inaugurazione di loro opere pubbliche,[63] delibere del consiglio comunale cittadino per nuove istituzioni culturali (la Civica Galleria d’Arte moderna[64] o il Museo etnografico[65] di Palermo), incrementi nei musei o denunce per il degrado in cui versavano.[66]

È opportuno notare la costante attenzione che la rivista annette alle arti decorative,[67] segno di un più generale interesse che favorì il successo di testate italiane e straniere come “The Studio. An illustrated magazine of fine and applied art” (1893) “Emporium. Rivista mensile illustrata d’Arte Letteratura Scienze e Varietà” (1895), “L’Arte decorativa moderna. Rivista di architettura e di decorazione della casa e della via” (1902). Su “La Sicile Illustrée” troviamo articoli dedicati a oreficerie (i gioielli dell’orafo palermitano Ernesto Ghilardi), mobili (Ducrot e Corrado Giacomazzi[68]), scultura presepiale,[69] tessuti e ricami[70]. Con l’intento di contribuire alla rinascita di un artigianato di qualità, motivo orecchiato da un dibattito non solo italiano – quello sulle funzioni e sull’utilità dell’arte nella società contemporanea –, la rivista pubblica notizie sui lavori delle scuole d’arte applicata all’industria in seno all’Esposizione internazionale di Torino del 1911.[71]

La considerazione rivolta a Giacomo Serpotta, si veda a titolo di esempio l’articolo uscito nel 1911,[72] conferma a quell’altezza cronologica un pieno interessamento critico per lo scultore palermitano come testimonia Le scolture e gli stucchi di Giacomo Serpotta a cura di Rocco Lentini, con testo sull’artista di Ernesto Basile e prefazione di Corrado Ricci, stampato da Crudo a Torino giusto nello stesso anno.[73] Altro aspetto che riguarda Serpotta sulla rivista è il problema della conservazione degli stucchi degli oratori maggiori su cui abbiamo rintracciato bollettini dell’ufficio tecnico per la tutela dei monumenti.

Sono questi della tutela di luoghi e monumenti, del restauro e della conservazione dei beni artistici temi su cui “La Sicile Illustrée” si trova attestata spesso con articoli di denuncia[74] come nel caso delle distruzioni nel tessuto urbanistico di Palermo per il taglio della via Roma previsto dal piano regolatore di Felice Giarrusso (1885). L’idea di un’associazione per la difesa dei monumenti e del paesaggio, lanciata negli stessi anni dalla rivista fiorentina “Il Marzocco”, è qui messa in cantiere con articoli di Sebastiano Agati e dell’architetto milanese Carlo Sada da anni attivo a Catania.[75] Sensibilizzare l’opinione pubblica, «infondere il proprio entusiasmo per una lotta nobilissima contro il vandalismo e l’ignoranza, e per la difesa della magnifica eredità di arte e di bellezza a noi pervenuta!»,[76] è un tema che si può far risalire a un contesto più ampio nell’Italia giolittiana in cui, com’è noto, si erano fatte battaglie sulla necessità di porre vincoli stringenti a tutela del patrimonio culturale nazionale e a ‘difesa della bellezza’, culminato nella legge Rosadi «per l’inalienabilità delle antichità e delle belle arti» approvata dal Parlamento nel giugno del 1909.

Con l’urgenza di questo assunto “La Sicile Illustrée” prendeva i versi della rubrica Pei nostri monumenti del “Giornale di Sicilia”,[77] che quotidianamente riportava all’attenzione del pubblico «la più fiera mania di distruzione» dei monumenti e del paesaggio e, in un’ottica scettica, non mancava di criticare la «taccagneria ingiuriosa del ministero» nello stanziamento dei fondi, gli inceppamenti nelle dinamiche burocratiche e un generale disinteresse della Minerva per gli affari siciliani.

All’interno della rivista si ritrovano utili precisazioni su questioni di storia dell’arte, si veda in merito il contributo di Sebastiano Agati[78] in aperta polemica contro le «varie inesattezze» contenute nell’articolo dedicato a dettagli architettonici di edifici di età medievale che Lorenzo Fiocca aveva pubblicato nel 1908 su “Rassegna d’Arte”,[79] la rivista milanese che in quegli anni ospitava numerosi articoli sull’arte siciliana. Ma vi si pubblicano anche résumé su complesse questioni fondate sull’esercizio della connoisseurship come La Madonna di Noto e la questione Laurana[80] articolo che, prendendo le mosse dalla lettera di Antonino Salinas apparsa sul periodico francese “Les Arts”,[81] ricapitolava i termini della Question Laurana, un problema attributivo del Busto femminile del Louvre di Parigi in quegli anni al centro di controversie tra conoscitori francesi e tedeschi sulla paternità dello scultore dalmata Francesco Laurana.[82]

Anche l’architettura è un argomento messo a fuoco nella rivista a volte con un taglio debitore di nuove metodologie di studio, inclusi le stratificazioni storiche, i restauri, il contesto urbano. Compaiono interventi su chiese e edifici monumentali[83] come Sul Palazzo Chiaramonte di Giuseppe Patricolo l’architetto che, in veste di direttore dell’ufficio regionale per la conservazione dei monumenti (dal 1884 al 1903), ne aveva diretto i lavori di restauro di ripristino «contro i barbari di ogni tempo che, presumendo superiore l’arte loro a quella d’altri, mutano, innovano, rovinano imbellemente».[84] E poi il fenomeno della villeggiatura del XVIII secolo,[85] le prime discussioni sui progetti di viabilità per Mondello quale città balneare,[86] l’attività di Giuseppe Damiani Almeyda[87] e di Ernesto Basile negli anni che segnano la parabola ascendente del modernismo, si vedano gli articoli dedicati alla trasformazione del berniniano Palazzo Ludovisi a Montecitorio a Camera dei deputati[88] o disegni e fotografie di opere dell’architetto, il Villino Florio a Palermo e il Villino Fassini di Roma oggi distrutto.

A tal riguardo va fatto un cenno al diffondersi della fotografia e al dibattito sulle potenzialità del nuovo mezzo; brevi notizie sono dedicate a fotografi siciliani – Salvatore Gelfo, Michele Grita, Emanuele Giannone –, all’attività organizzativa di corsi di fotografia artistica e delle prime mostre,[89] mentre consistenti reportages fanno spesso da contrappunto visivo ai testi.

In accordo con l’apprezzamento per le tradizioni popolari e l’etnografia in “La Sicile Illustrée” si nota la presenza di temi che spaziano dalle feste all’abbigliamento contadino, spesso illustrati da corredi fotografici di Eugenio Interguglielmi e di Francesco Paolo Uzzo che ritraevano soggetti popolari (il carretto, le ragazze nei costumi di Piana degli Albanesi o i ‘mestieri’) con un intento di documentazione visiva e con esiti assai vicini alle ricerche che Ettore De Maria e Luigi Di Giovanni svolgevano sullo stesso terreno.

Sono argomenti che in Sicilia, grazie all’impulso di Giuseppe Pitrè, ebbero un forte richiamo in occasione dell’allestimento di materiali folklorici nella prima sezione etnografica siciliana dell’Esposizione Nazionale di Palermo 1891-1892 (in cui la documentazione visiva fu affidata a un bel catalogo illustrato da zincotipie), e per un’identica mostra allestita in seno all’Esposizione agricola siciliana del 1902. Lo stesso Pitrè esce nel periodico palermitano con una manciata di articoli[90] a testimonianza della vivacità di una linea di ricerca che il demopsicologo palermitano aveva iniziato a tracciare nel trimestrale “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari” fondato con Salvatore Salomone Marino nel 1882 .

Altro tema battuto dalla rivista è la musica, fenomeno di una più generale partecipazione come dimostra la nascita a Palermo delle prime testate specializzate, fra tutte ”La Sicilia Musicale”, che permette di tracciare alcune linee della sensibilità musicale fin-de-siècle e dei generi e delle forme di fruizione presso teatri, circoli, salotti come quello dei Whitaker.[91]

 “La Sicile Illustrée” editò due numeri speciali a richiamo di due fatti notevoli di quegli anni. Il primo fascicolo ‘monografico’ del 1908 è “La Sicilia rapidissima”,[92] omaggio a Vincenzo Florio, fondatore della manifestazione della Targa Florio nel 1906, al mito dell’automobile e della velocità che in quegli stessi anni aveva una vetrina anche nella raffinata “Rapiditas. Rivista universale d’automobilismo” (1906) con illustrazioni di Aleardo Terzi, Duilio Cambellotti e Marcello Dudovich.[93]

Nel secondo numero speciale, dato alle stampe nel 1909, si dispiega il bilancio dei danni del tremendo sisma che l’anno precedente, il 28 dicembre 1908, aveva devastato la città di Messina e di cui l’illustrazione di Pietro De Francisco in copertina restituiva tutta la desolante gravità. Emotivamente conivolgente la documentazione fotografica di corredo che illustra opere d’arte salvate o andate perdute. La rivista si affiancava così ai quotidiani dell’isola, in primis il “Giornale di Sicilia”, “L’Ora”, la “Gazzetta di Messina e delle Calabrie”, nell’informare i lettori sullo stato del patrimonio artistico e monumentale zancleo, prima della pubblicazione del fascicolo stampato nel 1915 dal Ministero della Pubblica Istruzione, per conto della Direzione generale per le Antichità e Belle Arti, contentente il minuzioso elenco delle opere d’arte recuperate sotto le macerie da Antonino Salinas e Gaetano Mario Columba.[94]

Prima di chiudere rivolgerò lo sguardo solo su poche pagine di questo numero speciale;[95] lo scritto di Gaetano La Corte Cailler,[96] storico ed erudito messinese, è un excursus sul museo di Messina e sulle collezioni storiche della città fra Cinquecento e Settecento (La Corte Cailler si era occupato di storia del collezionismo e dell’attività antiquariale nella città dello Stretto in una serie di affondi su “Archivio Storico Messinese” sin dal 1902).

Dell’articolo dedicato alla Madonna della Ciambretta[97] è autore Cesare Matranga, in quegli anni braccio destro di Antonino Salinas al Museo Nazionale di Palermo con la qualifica di R. Ispettore.[98] Lo storico dell’arte spiega qui il metodo attributivo di Salinas a proposito del mosaico raffigurante la Madonna con Gesù Bambino in trono e monaco offerente, detta Madonna della Ciambretta «singolare monumento, ricordato con grande copia di notizie, spesso erronee e fantastiche, dagli storici messinesi, ed in ispecie dal Samperi». Il problema della datazione abbastanza controversa del mosaico che, staccato dall’originaria chiesa di S. Gregorio si trovava al museo civico di Messina, era stato oggetto di una conferenza di Salinas alla Società di Storia Patria di Palermo ricordata da Matranga: «La semplicità degli argomenti, da lui esposti, dimostra, non soltanto come egli sta nel vero, assegnando la Madonna al XIV secolo, ma altresì come riesca dannoso alla critica storica il dettar giudizi sulle opere d’arte, quando se ne trascuri l’esame. Il Salinas infatti si è giovato di un sol mezzo d’indagine. Il suo occhio, un occhio esperto, abituato, sicuro […]». Qui Matranga conferisce un ruolo imprescindibile al vedere, quale esercizio primo e inaggirabile della ricerca scientifica dell’arte, come pure all’indispensabile riesame delle fonti della letteratura artistica.

Messina artistica, infine, di Corrado Ricci è un tassello dell’immensa bibliografia dello storico dell’arte e funzionario ravennate, impegnato a diffondere a un largo pubblico di fruitori la conoscenza dei temi storico artistici, in ampia parte su periodici italiani e stranieri. L’articolo pubblicato nella rivista è esemplare di quella informazione divulgativa che teneva occupato Ricci, il quale, dopo il terremoto del 1908, ebbe, certo per ovvie ragioni di lavoro, assidua consuetudine con il patrimonio artistico messinese cui dedica la sua panoramica a volo d’uccello.[99]

E qui mi fermo per concludere, riflettendo che “La Sicile Illustrée” offre un punto di vista angolato e parziale della cultura palermitana del primo Novecento restituendone, nella plurivocità degli scritti che vi si addensano, modelli e interessi di vita, mode e gusto à la page non senza le contraddizioni latenti in quell’arco di anni nella società e in un’intera generazione di intellettuali.

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1 S. La Barbera, Linee e temi della stampa periodica palermitana dell'Ottocento,in Percorsi di critica. Un archivio per le riviste d’arte in Italia dell’Ottocento e del Novecento, a cura di R. Cioffi e A. Rovetta, atti del convegno (Milano, 30 novembre – 1 dicembre 2006) a cura di R. Cioffi, A. Rovetta, Vita & Pensiero, Milano 2007, pp. 87-122. Per il quadro generale si veda F. Puccio, Cultura e società a Palermo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, in I Whitaker di villa Malfitano, atti del seminario (Palermo, 16-18 marzo 1995), a cura di R. Lentini, P. Silvestri, Palermo 1995, pp. 61-70.

2 La ricerca è stata condotta presso la Biblioteca comunale di Palermo, la Biblioteca centrale della Regione siciliana di Palermo e la Biblioteca dell’Assemblea regionale siciliana di Palermo che custodiscono esemplari della rivista lacunosi e rilegati in maniera incongruente. È tornato molto utile per il mio studio G. Scimemi, Gli scritti sulle Belle Arti nelle pagine della “Sicilia Illustrata" (1904-1911). Un esempio di catalogazione multimediale, Tesi di laurea in Lettere Moderne, Università degli Studi di Palermo, relatore Prof. S. La Barbera, a.a. 2007-2008.

3 C. Gragnani, Il lettore in copertina. Flirt rivista di splendore e declino, in The Printed Media in Fin-de-siècle Italy. Publishers, Writers, and Readers, Eds. A. Hallamore Caesar, G. Romani, J. Burns, Legenda, London 2011, pp. 133-150.

4 Dal 1909 è pubblicata soltanto in lingua francese con il titolo “The Smart Set. Revue du Monde Élégant”.

5 «Organe officiel de l’«Associazione Siciliana per il Bene Economico» – Presidence: Conte di Mazzarino. Comm. G. Whitaker – Secrétaire: Cav. C. Albanese». “La Sicile Illustrée”, Mai 1905. L’Associazione pubblicava nella rivista atti e notizie del proprio consiglio di amministrazione nonché una rubrichetta intitolata Cose nostre, con trafiletti di Ernesto Basile (sul Palazzo reale di Palermo) e di Giuseppe Damiani Almeyda (sul teatro Politeama).

6 Per Salvatore Marraffa Abate rinvio a O. Frau, The Wanderings of a Provincial Cosmopolite, in “NeMLA Italian Studies”, vol. XXXVI, 2013-2014, pp. 101-125.

7 il S.I.O., in “La Sicile Illustrée”, a. I, Numéro Spécimen, Avril 1904, p. 39.

8 Poi sostituito da Alfredo Armò, fratello dell’ingegnere Ernesto Armò, che lascerà l’incarico nel 1911 a Giuseppe Sclafani La Lomia.

9 Incominciando…, in La Sicile illustrée”, a. I, Numéro Spécimen, Avril 1904, p. 4.

10 Ibidem.

11 E. Iachello, I Florio tra mito e storia, in L’economia dei Florio. Una famiglia di imprenditori borghesi dell’800, Sellerio, Palermo 1990, p. 36. Per un inquadramento generale si veda anche O. Cancila, Palermo, Laterza, Roma-Bari 1999, in part. pp. 267-333.

12 Leggo che «per la sua speciale indole, la pubblicità su questa Rivista è utilissima a qualunque Ditta».

13 E. di Stefano, Cartoline da Floriopoli, in Vincenzo Florio. Il gusto della modernità, catalogo della mostra (Palermo, 30 maggio-31 agosto 2003) a cura di M. Giordano, Eidos, Palermo 2003, pp. 33-37.

14«Revue des étrangers. Reinsegnements utiles aux touristes. Liste des étrangers dans les principaux Hôtels. Envoyé à tous les principaux Hôtels, Clubs, Bureaux, Établissements, et à toutes les Compagnies de chemin de fer, de navigation, etc. en Italie et a l’Etranger. Visitors Rewiew. Useful for the Tourists. List of Foreigners in principal Hôtels. Unent behrlich für Fremde. Fremdenliste». “La Sicile Illustrée”, a. I, Numéro Spécimen, Avril 1904. Poi sostituito da «Revue mensuelle artistique-mondaine internationale redigée en italien-anglais-français-allemand» (“La Sicile Illustrée”, a. V, n. II, Février-Mars, 1908).

15 Con il sottotitolo «Rivista mensile d’Arte, Gran Mondo, Letteratura, Turismo, Automobilismo, Teatri, Eleganze, Confort, Industria e Commercio. Pubblica gli atti dell’Associazione Nazionale per il Movimento dei Forestieri, dell’Associazione Siciliana per il Bene Economico e del Comitato per il Movimento dei Forestieri».

16 Dame siciliane, Illustri siciliani, Arte siciliana, Le bellezze della Sicilia, Sicilia pittoresca, Sicilia elegantissima, I nostri uomini politici o Siciliani all’estero.

17 La sede della direzione è a Palermo in corso Vittorio Emanuele, 57-59; la sede amministrativa in via Volturno, 32; Sciarrino il tipografo presso cui si stampa. Tutti i recapiti rimarranno identici negli otto anni di pubblicazione; nel primo fascicolo del 1905, è indicato quale indirizzo della redazione via Cintorinai, 62 mentre, dal marzo 1906, la sede amministrativa si sposterà in via Principe di Scordia, 62. “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 8-9, 1906.

18 La rivista, ha un costo fissato in franchi francesi e cioè 5 franchi per 24 numeri, 30 centesimi per un numero; per l’estero, rispettivamente 8 franchi e 40 centesimi. Nel primo numero del 1905 invece, quando si stabilisce la periodicità mensile della rivista, il costo sarà di 5 franchi per 12 numeri o 50 centesimi a fascicolo; per l’estero 8 franchi per l’abbonamento annuale e 75 centesimi per un solo fascicolo Successive variazioni di prezzo si registrano dal novembre 1905, quando il prezzo salirà a 10 franchi e 60 centesimi per l’Italia (15 franchi e 75 centesimi per l’estero), per divenire, dal gennaio 1906, 1 franco per l’Italia, 2 franchi per l’estero, e infine di 1 lira nel dicembre del 1910, quando la rivista cambierà il nome in “La Sicilia Illustrata”. Nel numero XII del 1910, nella rubrica La nostra copertina, si legge infine: «Si avvisa che, per il nuovo anno, si farà un abbonamento cumulativo per le due riviste al costo di lire venticinque al posto di L 20 la prima e L 10 la seconda».

19 Per la grafica dei periodici italiani del primo Novecento si veda P. Pallottino, Storia dell’illustrazione italiana, cinque secoli di immagini riprodotte, Usher Arte, Firenze 2011, in part. pp. 260-274.

20 Sul tema G. Montemagno, Il babbìo. Storia della stampa satirica a Palermo, Sellerio, Palermo 2013.

21 Si veda Famiglie patrizie siciliane. I Paternò Castello Marchesi di San Giuliano e di Capizzi-Catania, in “La Sicile Illustrée. Palermo-Catania”, a. VIII, n. VI, 1911, pp. 9-13.

22 R. Ciuni, Introduzione, in La Sicile Illustrée fascicoli dal 1904 al 1911, Il Punto, Palermo 1975, p. 6. Il volume raccoglie una selezione di articoli del periodico palermitano in ristampa anastatica.

23 S. Marraffa Abate, in “La Sicilia rapidissima. Pubblicazione speciale della Sicile Illustrée”, 18 maggio 190a.

24 R. Ciuni, Introduzione, in La Sicile Illustrée fascicoli…, 1975, p. 22.

25 Oleandro - O. Lo Valvo, La vita in Palermo trenta e più anni fa in confronto a quella attuale. Studio sociale sulla disperazione, Salvatore Biondo, Palermo 1907, pp. 201-202.

26 Paton, Monreale Cathedral, in “La Sicile Illustrée”, a. I, Numéro Spécimen, Avril 1904, pp. 18-19; Impressioni dell’illustre scrittore americano W.A. Paton, in ivi, p. 22; A.W. Paton, Cefalù Cathedral, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Avril 1905, p. 11.

27 L. Rousselet, En croisant la Sicile. Syracuse,in “La Sicile Illustrée”, a. II, Juin 1905; L. Rousselet, En croisant la Sicile [Catania], in “La Sicile Illustrée”, a. II, Julliet 1905, pp. 5-6; L. Rousselet, En croisant la Sicile. Messine, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Aoust-September 1905, pp. 5-7; L. Rousselet, En croisant la Sicile. Taormina,in “La Sicile Illustrée”, a. II, Octobre 1905, pp. 5-6; L. Rousselet, En croisant la Sicile. Palerme,in “La Sicile Illustrée”, a. II, n. XI, November MCMV, pp. 5-8; L. Rousselet, En croisant la Sicile. Palerme-Monreale, in“La Sicile Illustrée”, a. II, n. XII, Dècembre MCMV, pp. 5-6.

28 L. Caico, En Wagon, in “La Sicilia Illustrata”, a. VIII, n. 5, maggio 1911, p. 6. L’articolo è tratto da L. Caico, Sicilian Ways and Days, John Long, London 1910.

29 Impression à vol d’oiseau, in “La Sicile Illustrée”, a. I, Numéro Spécimen, Avril 1904, pp. 21-22;A. De Saint-Louis, L’allée de la Liberté a Palerme. Souvenirs au crayon,in “La Sicile Illustrée”, a. I, Numéro Spécimen, Avril 1904, pp. 28-29; La Sicile ensoleilléz, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Avril 1905, p. 22; E. Faughet, Monuments Normandes en Sicile, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 1-2, 1906, pp. 6-7; J. Teil, F. Kich, Die Normanische Baukunst. Allgemeines uber den stil und seine sizilianische richtung, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 8-9, 1906, p. 27; ivi, a. III, n. 12, 1906, p. 10; Une visite à Palerme, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. VIII, 1908, pp. 6-7.

30 R. Cinà, Geografia artistica e territorio nella letteratura artistica siciliana 1870-1915, in Identità nazionale e memoria storica. Le ricerche sulle arti visive nella nuova Italia (1861-1915), atti del convegno (Bologna, 7-9 novembre 2012), in “Annali di Critica d’arte”, IX, 2013, a cura di G.C. Sciolla, vol. I, pp. 203-216.

31 G.C. Sciolla, Per le riviste della Nuova Italia. Qualche considerazione in margine, in Identità nazionale e memoria storica…, 2013,vol. II, p. 364.

32 Nella folta bibliografia sul tema segnalo S. Troisi, I Florio e la cultura artistica in Sicilia tra Ottocento e Novecento, in R. Giuffrida, R. Lentini, L’età dei Florio, Sellerio, Palermo 1985, pp. 103-151. Si veda anche G. Lanza Tomasi, L’evoluzione del gusto nella Palermo dei Florio, in L’economia dei Florio. Una famiglia di imprenditori borghesi dell’800, Sellerio, Palermo 1990, pp. 121-129.

33 S. La Barbera, Percorsi di critica a Palermo dal 1890 al 1920, in Francesco Malaguzzi Valeri (1867-1928). Tra storiografia artistica, museo e tutela, atti del convegno (Milano, 19 ottobre – Bologna, 20-21 ottobre 2011) a cura di A. Rovetta, G.C. Sciolla, Scalpendi, Milano 2014, pp. 448-457.

34 G. La Mantia, I/ Normanni, in “La Sicile Illustrée”, Fèvrier-Mars 1905, pp. 11-12; G. La Mantia, II/Svevi, in “La Sicile Illustrée”, Mai 1905, pp. 9-11; G. La Mantia, III/Angioini,in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. V, 1906, pp. 9-11; G. La Mantia, Il Palazzo reale di Palermo e le sale del duca di Montalto (1638), in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. III, 1907, pp. 26-33; F. Orestano, Il castello di S. Benedetto Stazione Alpina del Club Alpino Siciliano, in “La Sicile Illustrée”, Mai 1905, pp. 13-16. F. La Colla, Il castello di Salemi e la sua storia, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. III, Mars 1910, pp. 12-14.

35 L. Lizio Bruno, Due antichi monumenti d’arte in Messina,in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 8-9, 1906, pp. 17-18.

36 E. Mauceri, Siracusa, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Janvier 1905, pp. 9-10; E. Mauceri, Le antichità classiche di Siracusa durante il Medio Evo, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Juin 1905, p. 16. Per Mauceri rinvio a Enrico Mauceri (1869-1966). Storico dell’arte tra connoisseurship e conservazione, atti del convegno internazionale (Palermo, 27-29 settembre 2007) a cura di S. La Barbera, S.F. Flaccovio, Palermo 2009 e in particolare C. Bajamonte, Il «lavoro attivo e tenace» di Enrico Mauceri per “L’Arte” di Adolfo Venturi, in ivi, pp. 255-266.

37 G. Di Marzo, Di un quadro di Antonello da Messina in Ragusa Inferiore, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 1-2, 1906, pp. 10-11; G. Di Marzo, Di un gruppo del Gagini e di un quadro del Paladini esistenti in Calascibetta, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. III Mars-Avril, 1908, pp. 3-4; G. Di Marzo, La vedova di Antonello da Messina, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. IV, 1908, p. 8; G. Di Marzo, A Monte San Giuliano. Impressioni e ricerche di Gioacchino Di Marzo I,in“La Sicile Illustrée”, a. VI, n. VIII-IX, 1909, pp. 14-15; G. Di Marzo, A Monte San Giuliano. Impressioni e ricerche di Gioacchino Di Marzo II,in“La Sicile Illustrée”, a. VII, n. I, 1910, pp. 7-9.

38 Per Di Marzo si veda Gioacchino Di Marzo e la critica d'arte nell'Ottocento in Italia, atti del convegno (Palermo, 15-17 aprile 2003), a cura di S. La Barbera, s.n., Bagheria 2004; S. La Barbera, Gioacchino Di Marzo critico d’arte dell’Ottocento, in Sul Carro di Tespi. Studi di storia dell’arte per Maurizio Calvesi, a cura di S. Valeri, Bagatto Libri, Roma 2004, pp. 211-228. Vedi anche V.S., Mons. Gioacchino Di Marzo, in“La Sicile Illustrée”, a. VII, n. I, 1910, p. 28.

39 G. Di Marzo, Un’Araba Fenice nella pittura del ‘500 in Trapani e Giuseppe d’Arvino o d’Alvino detto il “Sozzo” pittore palermitano, in “La Sicilia Illustrata”, a. VIII, aprile 1911, p. 5.

40 Si vedano Due opere di Antonio Gagini, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 12, 1906, p. 9 firmato da Gaetano La Corte Cailler e M.D.; G. Traina, L’Adorazione dei Magi nella Chiesa del Gran Cancelliere in Palermo, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. IX, 1910, pp. 10-11; G. Traina, Un ignoto quadro di scuola messinese. Virgo Maria Utria, in ivi, pp. 12-13; G. Traina, Il S. Zosimo di Antonello da Messina nella Cattedrale di Siracusa, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. X, 1910, p. 11; G. Traina, Un grande artista del ‘400 dimenticato. Quattro quadri di Jacopo d’Antonello da Messina, in “La Sicilia Illustrata”, a. VIII, n. 2, 1911, pp. 8-11; G. Traina, Un pregevole dipinto miracolosamente salvato. La Vergine del Rosario nel Monastero della Pace in Messina, in “La Sicile Illustrée”, a. VIII, n. IX, 1911, pp. 9-10.

41 Phabius [Vito Fazio Allmayer], Nel Museo Nazionale di Palermo. Il Trittico/La statua-Die Statue, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 3, 1906, pp. 5-7; Phabius, Nel Museo Nazionale di Palermo. Il Gabinetto Malvagna, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 4, 1906, pp. 4-5; Phabius, Nel Museo Nazionale di Palermo. I dipinti di scuola siciliana-Sec. XIV e XV/Opere di scultura, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 6, 1906, pp. 9-10; Phabius, Nel Museo Nazionale di Palermo. Antonello da Messina/Riccardo Quartararo, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 10, 1906, pp. 14-15; Phabius, Nel Museo Nazionale di Palermo. Tomaso De Vigilia/Antonio De Pavia,in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 11, 1906, p. 12; Phabius, Nel Museo Nazionale di Palermo. Pietro Rozzolone/La scuola messinese e Pietro De Saliba/Antonio Van Dyck,in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 12, 1906, pp. 5-6. Gli scritti di storia dell’arte e museologia sono ora raccolti in V. Fazio-Allmayer, La Pinacoteca del Museo di Palermo e altri saggi, Opere complete di Vito Fazio-Allmayer, vol. XX, Sansoni, Firenze 1985.

42 Antonino Salinas, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. VII, 1907, p. 13. Per Salinas si veda A. Villa, Antonino Salinas,in Dizionario biografico dei soprintendenti archeologi (1904-1974),Bononia University Press, Bologna 2012, pp. 673-682 (con bibliografia precedente) e C. Bajamonte, Storiografia artistica in Sicilia negli anni di Malaguzzi Valeri con aggiunte su Antonino Salinas e il Museo di Palermo, in Francesco Malaguzzi Valeri (1867-1928)…,2014, pp. 458-467 (con bibliografia precedente).

43 A. Dry, L’art sicilien, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 11, 1906, p. 10; J. Destrée, The Museums of Sicily, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. 2, Février-Mars, 1908, p. 12.

44 P. Molmenti, Il vincolo d’arte fra la Sicilia e la città lagunare, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 3, 1906, p. 17.

45 D. Sladen, Monete antiche di Sicilia,in “La Sicile Illustrée”, a. II, Julliet 1905, p. 12; D. Sladen, M.r Hill’s “Coins of Ancient Sicily”, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Aoust-September 1905, pp. 17-18.

46 L. Fiocca, La scoperta di un tempietto a Selinunte, in“La Sicile Illustrée”, a. II, n. XII, Dècembre MCMV, p. 19.

47 G.M. Columba, Sepolcri siculi, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Juin 1905, pp. 14-15.

48 V. Morici, Tyndaris, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. VI, 1907, pp. 9-10.

49 V. Patiri, I gioielli preistorici d’età paleolitica nella grotta del castello di Termini Imerese, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. XII, 1908, p. 8.

50 G. Traina, Un’urna greco-bizantina in Castronovo-Sicilia, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 11, 1906, pp. 5-8; G. Traina, Due sarcofaghi punico-siculi rinvenuti alla Cannita (Misilmeri), in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. VI, 1910, pp. 8-9; G. Traina, Due sarcofaghi punico-siculi rinvenuti alla Cannita (Misilmeri) II, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. VII, 1910, pp. 7-8.

51 P. Orsi, Per la cava d’Ispica, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 8-9, 1906, pp. 8-9; P. Orsi, Archäologische Nachrichten. Ausgrabungen und-Erfindungen im südöstlichen Sizilien, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. XI-XII, 1907, p. 25.

52 F. Gallo, Note su problemi e figure della tutela in Sicilia, attraverso il carteggio di Corrado Ricci, in Corrado Ricci storico dell’arte tra esperienza e progetto, atti del convegno (Ravenna, 27-28 settembre 2001), a cura di A. Emiliani, D. Domini, Longo editore, Ravenna 2005, pp. 181-194.

53 G.A. Cesareo, L’opera dello Scultore Nicolini nel Pantheon di S. Domenico, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Janvier 1905, p. 16; G. Pipitone Federico, Francesco Lojacono, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 1-2, 1906, pp. 24-25; Fazio Allmayer, Mario Rutelli, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 3, 1906, pp. 8-11; La Quadriga del Politeama, in ivi, p. 17; Fazio Allmayer, Salvatore Buemi, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 4, 1906, p. 12; Fazio Allmayer, O. Tomaselli, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 5, 1906, pp. 5-7; d.a.n.s., Rutelli all’estero. Il monumento a Francesco Crispi a Dresda, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 7,1906, p. 15; G. Pipitone Federico, Giuseppe Mancinelli, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 8-9, 1906, pp. 5-6; L. D’Alba, Aleardo Terzi, in “La Sicile Illustrée”, in ivi, pp. 20-21; G. Filipponi, Bendetto Civiletti, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. III, 1907, pp. 10-11; Per Bendetto Civiletti, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. IX-X, 1907, p. 18; G. Filipponi, Per Bendetto Civiletti, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. XI-XII, 1907, pp. 18-19; G. Ciotti, Giuseppe Sciuti e le sue opere, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. V, 1908, pp. 13-14; G. Filipponi Sartorio, Pasquale Civiletti, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. VII, 1908, pp. 12-14; Le onoranze a F. Lo Jacono, “La Sicile Illustrée”, a. VI, n. II, 1909, p. 20; C. Sajeva, Le onoranze a Francesco Lojacono, in“La Sicile Illustrée”, a. VII, n. I, 1910, pp. 18-19; G. Donaudy, Mario Rutelli, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. VII, 1910, pp. 11-13 (ristampato in “La Sicile Illustrée. Palermo-Catania”, a. VIII, n. VI, 1911, pp. 26-30); Luigi Filippo Labiso, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. XII, 1910, p. 23.

54 F. Colnago, Lojacono, Soc. Ed. S. Marraffa Abate, Palermo 1909.

55 F. Colnago, Giovinezze di artisti. Balestrieri e Anastasi, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. VIII, 1910, pp. 12-17; F. Colnago, Un grande artista siciliano scomparso. Giuseppe Sciuti, in “La Sicilia Illustrata”, a. VIII, n. III, marzo 1911, pp. 12-13; F. Colnago, Ettore Ximenes, in “La Sicilia Illustrata”, a. VIII, n. 5, maggio 1911, pp. 7-11.

56 G. Barbera, In margine al “giubileo artistico” di Francesco Lojacono, in Francesco Lojacono 1838-1915, catalogo della mostra (Palermo, 1 ottobre 2005 – 8 gennaio 2006) a cura di G. Barbera, L. Martorelli, F. Mazzocca, A. Purpura, C. Sisi, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2005, pp. 81-82.

57 Si veda a titolo esemplificativo G. Crema, Note d’arte contemporanea, in “La Sicile Illustrée”, a. VI, n. VI-VII, 1909, p. 10.

58 U. Ojetti, Trentacoste, in “La Sicile Illustrée”, a. VI, n. I. 1909, pp. 8-11. Per Ojetti vedi M. Nezzo, Ugo Ojetti. Critica, azione, ideologia. Dalle Biennali d'arte antica al Premio Cremona, Il Poligrafo, Padova 2016.

59 C. Palma, Immagini dai fondi archivistici della Galleria nazionale d’arte moderna, in Immagini e Memoria. Gli Archivi fotografici di Istituzioni nazionali della città di Roma, atti del convegno (Roma, 3-4 dicembre 2012), a cura di B. Fabjan, Cangemi, Roma 2014, pp. 79-80.

60 U. Ojetti, Trentacoste…, p. 11. Allo scultore era stato dedicato un articolo su “Emporium”, G. Uzielli, Artisti contemporanei: Domenico Trantacoste, in “Emporium. Rivista mensile illustrata d’arte letteratura scienze & varietà”, vol. IX, n. 52, aprile 1899, pp. 242-261.

61 S. Marraffa Abate, La Promotrice al Circolo Artistico, in “La Sicile Illustrée”, a. VI, n. III. 1909, pp. 10-11; Leo D’Alba, Giuseppe Rondini, in ivi, p. 12; T. Condorelli, La permanente al Circolo Artistico di Catania. La sala Caruso, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. III, 1910, p. 19; La I.a Mostra d’Arte Figurativa al Circolo di Cultura, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. VI, 1910, p. 12; La Mostra di Michele Catti, in ivi, p. 13.

62 F.A. [Vito Fazio Allmayer], I meridionali a Venezia, in “La Sicile Illustrée”, a. II, n. XI, November MCMV, p. 4; S. Marino Mazzara, I siciliani a Monaco, in “La Sicile Illustrée”, a. VI, n. II, 1909, p. 9; C. Matranga, Pietro de Francisco, in ivi, pp. 9-10; Vice-Versa, L’Esposizione di Venezia, in ivi, pp. 10-11; S. Marraffa Abate, I Siciliani all’Esposizione di Venezia, in “La Sicile Illustrée”, a. VI, n. V, 1909, pp. 8-9; Notizie dell’Esposizione di Venezia, in “La Sicile Illustrée”, a. VI, n. IV, 1909, pp. 17-18.

63 La cerimonia inaugurale del monumento ad Umberto I. L’iniziativa del Principe di Manganelli. L’opera di Mario Rutelli, in “La Sicile Illustrée. Palermo-Catania”, a. VIII, n. VI, 1911, pp. 17-18.

64 La Galleria d’arte moderna, in “La Sicile Illustrée”, a. III, 1906, n. 8-9,p. 31; La Galleria d’Arte Moderna al Politeama, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. VI, 1910, p. 12.

65 Il Museo Etnografico Siciliano in Palermo, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. IX, 1910, pp. 5-6 con scritti di Salvatore Marino Mazzara e Giuseppe Pitrè.

66 C. Sajeva, I musei di Girgenti (per la dignità della scienza archeologica), in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. XII, 1910, pp. 10-11.

67 G.C. Sciolla, La riscoperta delle arti decorative in Italia nella prima metà del Novecento. Brevi considerazioni, in Storia, critica e tutela dell’arte nel Novecento. Un’esperienza siciliana a confronto con il dibattito nazionale, atti del convegno internazionale di studi in onore di Maria Accascina (Palermo-Erice, 14-17 giugno 2006), a cura di M.C. Di Natale, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta 2007, pp. 51-58.

68 Lear, L’Arte decorativa moderna nella lavorazione del legno, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Janvier 1905, p. 22; Lear, L’Esposizione Giacomazzi, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Février-Mars, 1905, p. 18.

69 Un presepio in terracotta, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. XI, 1908, p. 16. L’opera è segnalata nella collezione del conte di Francavilla a Palermo.

70 Delphine, L’école des dentelles siciliennes, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. X, 1908, pp. 12-13; Sicilian lace, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. XII, 1908, pp. 14-15; S.M.A. [Salvatore Marraffa Abate], In giro per l’Italia. Origine del tombolo di Venezia, in “La Sicile Illustrée”, a. VI, n. IV, 1909, p. 14.

71 Si veda G. Parlato, Scuola d’Arte applicata all’industria in Siracusa, in “La Sicile Illustrée”, a. VIII, n. V, maggio 1911, pp. 19-20.

72 G. Costa, Per Giacomo Serpotta, in “La Sicile Illustrée”, a. VIII, n. X, ottobre-novembre 1911, pp. 11-12. Si veda anche Maurus [Luigi Natoli], Quel povero Serpotta…, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. XI-XII, 1907, p. 21.

73 Le scolture e gli stucchi di Giacomo Serpotta pubblicati per cura di Rocco Lentini, con la monografia dell'artista scritta da Ernesto Basile, e prefazione di Corrado Ricci, C. Crudo & C., Torino 1911. Per la fortuna critica dell’artista si veda P. Palazzotto, Giacomo Serpotta nella letteratura artistica, in Storia, critica e tutela dell’arte nel Novecento…,2007, pp. 204-218.

74 Fazio Allmayer, Gli scogli dei Ciclopi per la difesa del paesaggio, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. VI, 1906, p. 7; M. Lojacono Pojero, Per il pino secolare di via Roma, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. XII, 1906, pp. 21-24; C.A. [Carlo Albanese], Per il pino secolare di Via Roma, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. I, 1907, p. 29; Il pino di Via Roma durante le demolizioni, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. VI, 1907, p. 29: Iris, Ricordando il pino della Zisa, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. IX-X, 1907, p. 10; C. Albanese, La bancarotta dell’Estetica… e della Gentilezza, in ivi, p. 25.

75 S.A. [Sebastiano Agati], Quel che si fa in Sicilia in prò dei Monumenti e dell’Arte, in ”La Sicile Illustrée”, a. II, Octobre 1905, p. 14; C. Sada, Per la conservazione dei nostri monumenti, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 10, 1906, p. 16.

76 S. Marraffa Abate, Per la difesa dei Monumenti e Paesaggi pittoreschi d’Italia, in”La Sicile Illustrée”, a. V, n. XII, 1908, p. 3.

77 Si leggano Panormitan [Alfredo Salerno], Monumenti… e monumenti, in “Giornale di Sicilia. Politico-letterario”, a. XXXI, n. 53, 20-21 febbraio 1891 [p. 1]; Panormitan, Per la conservazione dei Monumenti, in “Giornale di Sicilia. Politico-letterario”, a. XXXI, n. 186, 6-7 luglio 1891 [p. 1]; Maurus [Luigi Natoli], Pei nostri monumenti. Chi se ne occupa?, in “Giornale di Sicilia”, a. LI, n. 160, 10-11 giugno 1911 [p. 3]; Maurus, Pei nostri monumenti, in “Giornale di Sicilia”, a. LIII, n. 69, 11-12 marzo 1913 [p. 3]; Maurus, Come si conservano i nostri monumenti, in “Giornale di Sicilia”, a. LIII, n. 293, 23-24 ottobre 1913 [p. 2].

78 Osserva Agati: «L’arte siciliana, per la sua intima particolare natura, per il suo carattere spiccatamente eclettico, per le sue varie manifestazioni dipendenti dal diverso senso che animava nei tempi le signorie succedutesi nel dominio dell’Isola, può facilmente trarre in inganno lo studioso che di essa non abbia una preparazione speciale fatta di lunga e minuta osservazione locale degli avanzi meravigliosi di una civiltà trapassata. Le indagini sull’architettura siciliana, soprattutto, esigono che lo studioso viva fra i monumenti del nostro paese, che scruti e ricerchi nella vita dei popoli di una volta, che esamini le loro opere, le loro tendenze; le maniere loro più predilette in fatto d’arte. Una corsa o una visita rapida per l’Isola non possono dare che impressioni erronee e di conseguenze fallaci, per quanto talvolta sicuramente affermati». S. Agati, Sull’arte siciliana, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. VII, 1908, p. 3. Per l’attività dello storico dell’arte siracusano si veda V. Di Fazio, Aspetti della tutela del patrimonio artistico e monumentale in Sicilia nell'attività di Sebastiano Agati, in “teCLa. Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica”, n. 8, 31 dicembre 2013, pp. 96-135.

79 L. Fiocca, L’arte in Sicilia. Finestre e porte medioevali, in “Rassegna d’Arte”, n. 8, 1908, pp. 146-150. Per la rivista milanese rimando a A. Rovetta, La storia dell’arte siciliana a Milano tra Otto e Novecento: la vetrina di “Rassegna d’arte” e i ripensamenti di Gustavo Frizzoni, in Storia, critica e tutela dell’arte nel Novecento…, 2007, pp. 86-107.

80 D. Russo, La Madonna di Noto e la questione Laurana, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. VI, 1908, p. 8.

81 A. Salinas, Lettera in Tribune des Arts, La question Laurana, “Les Arts”, a. I, n. 12, 1902, pp. 29-30.

82 Sull’argomento R. Cinà, La scultura siciliana del Rinascimento negli scritti di Enrico Mauceri, in Enrico Mauceri (1869-1966)…,2009, in part. pp. 281 e ss.

83 Vedi per esempio Ville e campagne in Sicilia. L’Orto botanico di Palermo, in “La Sicile Illustrée”, a. II, November 1905, pp. 9-12, con uno scritto del botanico Antonino Borzì e uno di Vito Fazio Allmayer dedicato all’edificio storico; G. Battaglia, Le Chiese di Palermo. S. Francesco di Paola, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. I, 1907, pp. 5-8.

84 G. Patricolo, Sul palazzo Chiaramonte. Steri ou Palais des Tribunaux, in “La Sicile Illustrée”, a. I, Numéro Spécimen, Avril 1904, p. 23.

85 Una villa signorile del Settecento a Bagheria, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Avril 1905, pp. 13-14. Dedicato a villa Palagonia, l’articolo fu ripubblicato in inglese nel numero del giugno 1905; L’Istituto agrario Castelnuovo, in “La Sicile Illustrée”, a. VIII, n. X, ottobre-novembre 1911, pp. 13-20.

86 Grandioso progetto per l’avvenire di Mondello, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 12, 1906, pp. 12-13.

87 E. Cimino, Sur le Politeama de Palerme, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. II, 1907, pp. 15-17; S. Marraffa Abate, Grandi figure che scompaiono. Giuseppe Damiani Almeyda, in “La Sicile Illustrée”, a. VIII, n. V, maggio 1911, pp. 12-13.

88 Il nuovo Palazzo di Montecitorio, in “La Sicile Illustrée”, a. III, n. 8-9, 1906, pp. 12-14; Il palazzo del Parlamento italiano e l’opera dell’architetto Ernesto Basile e del pittore Aristide Sartorio, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. XI, 1908, pp. 12-13 (tratto da “La Tribuna illustrata”). Le fotografie di Villino Fassini sono in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. VI, 1910, pp. 12 e ss.

89 G. Capra Boscarini, Il fotografo artista, in “La Sicile Illustrée”, a. V, n. VIII, 1908, p. 21; Arte fotografica, in “La Sicile Illustrée”, a. VI, n. V, 1909, p. 20; Fotografie alla luce artificiale, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. XII, 1910, p. 20; La esposizione della Photo Hall-Company, in “La Sicile Illustrée”, a. VIII, n. I, gennaio-febbraio 1911, p. 24.

90 G. Pitrè, Circoli di conversazione in Palermo nella seconda metà del settecento, in “La Sicile Illustrée”, a. I, Numéro Spécimen, 1904, pp. 26-27; G. Pitrè, Il Monte Pellegrino ed il Santuario secondo i viaggiatori del secolo XVIII, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Julliet 1905, pp. 7-8; G. Pitrè, Pittoresques Coütumes siciliennes, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. XII, 1910, pp. 5-7; G. Pitrè, Del Palazzo Chiaramonte in Palermo e di un carcere del S. Uffizio in esso recentemente scoperto da G. Pitrè, in “La Sicilia Illustrata”, a. VIII, agosto 1911, pp. 8-11. Si veda anche Siciliani illustri. Giuseppe Pitrè, in “La Sicile Illustrée”, a. II, Avril 1905, pp. 9-10.

91 Si veda l’articolo di S. Gentile, Les Mosaïques de la Chapelle Palatine. Notes d’esthétique musicale, in “La Sicile Illustrée”, a. IV, n. V. 1907, pp. 18-21. Per il quadro generale si rimanda a C. Giglio, La modernità raggiunta: il rinnovamento della vita musicale a Palermo tra Otto e Novecento attraverso la nuova stampa periodica specializzata (“La Sicilia Musicale” 1894-1910; “L’arte musicale” 1898; la “Rassegna d’arte e teatri” 1922-1936), in “teCLa. Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica”, n. 2, 29 dicembre 2010, pp. 50-84.

92 “La Sicilia rapidissima. Pubblicazione speciale della Sicile Illustrée”, 18 maggio 1908.

93 Florio e la Targa. Notizie storiche e iconografiche, a cura di G. Gullo, N. Impallari, Regione siciliana, Assessorato dei Beni culturali, ambientali e della Pubblica istruzione, Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”, Palermo 2010.

94 Terremoto di Messina (18 dicembre 1908). Opere d’arte recuperate dalle RR. Soprintendenze dei Monumenti, dei Musei e delle Gallerie di Palermo, Fasc. I, Virzì, Palermo 1915, poi stampato in anastatica a cura di F. Campagna, G. Molonia, in ”Quaderni dell’attività didattica de Museo regionale di Messina”, n. 8, 1998.

95 Segnalo F. Guardione, Messina ne la storia, in “La Sicile Illustrée. Numero dedicato al disastro di Messina e Reggio”, 1909, pp. nn.; S. Di Giacomo, Messina nel 700, in ivi, pp. nn.; P. Orsi, Messana nelle sue monete, in ivi, pp. nn.; G. Di Marzo, Del gran portale marmoreo della Cattedrale di Messina, in ivi, pp. nn.; M. Pilo, Un monumento d’arte scomparso a Messina, in ivi, pp. nn.; E. Mauceri, Michelangelo da Caravaggio in Sicilia, in ivi, pp. nn.; S. Agati, I monumenti di Messina, in ivi, pp. nn.; G. Traina, Antonello da Messina ed il polittico del Museo civico messinese, in ivi, pp. nn.; S. Salomone Marino, Messina e il suo folk-lore, in ivi, pp. nn. Si leggano anche R. Pennisi, Un exempie intéressant d’architecture du XV siécle entieérement disparu a Messine. Sainte Marie dela “Scala”, in “La Sicile Illustrée”, a. VII, n. VI, 1910, pp. 14-15; R. Pennisi, I monumenti di Messina prima e dopo il disastro del 28 dicembre 1908. Il “Nettuno” del Montorsoli, in “La Sicilia Illustrata”, a. VIII, n. VIII, agosto 1911, pp. 6-7.

96 G. La Corte Cailler, Museo - La Chiesa S. Gregorio in Messina, in “La Sicile Illustrée. Numero dedicato al disastro di Messina e Reggio”, 1909, pp. nn. Per il profilo dell’autore vedi Introduzione, in G. La Corte Cailler, Il mio Diario 1893-1903, a cura di G. Molonia, G.B.M., Messina 1998, pp. 5-13.

97 C. Matranga, La Madonna della Ciambretta, in “La Sicile Illustrée. Numero dedicato al disastro di Messina e Reggio”, 1909, pp. nn.

98 E. Gabrici, Cesare Matranga, in Cronaca delle Belle Arti, supplemento a “Bollettino d’Arte”, a. III, n. 9-10, 1916, pp. 78-79.

99 C. Ricci, Messina artistica, in “La Sicile Illustrée. Numero dedicato al disastro di Messina e Reggio”, 1909, pp. nn. Per Ricci poligrafo si veda D. Levi, Studioso infaticabile e scrittore di rara fecondità, in La cura del bello. Musei, storie, paesaggi per Corrado Ricci, catalogo della mostra (Ravenna, 9 marzo-22 giugno 2008), a cura di A. Emiliani, C. Spadoni, Electa, Milano 2008, pp. 272-287.

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Temi di Critica - numero 14

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