teCLa :: Rivista

in questo numero contributi di Giuliana Tomasella, Giulio Brevetti, Almerinda Di Benedetto, Edoardo Dotto, Valentina Di Fazio.

codice DOI:10.4413/LABARBERA2 - codice ISSN: 2038-6133
numero di ruolo generale di iscrizione al Registro Stampa: 2583/2010 del 27/07/2010

Un variegato mosaico di temi di arte e di critica di Simonetta La Barbera

 

Un variegato mosaico di temi di arte e di critica

Il numero 8 di “TeCLa – Rivista” si apre con il contributo di Giuliana Tomasella Il viaggio come scoperta dell’alterità: note sul pittore Agostino Brunias (1730- 1796), dedicato al pittore Agostino Brunias (1730-1796), figura quasi del tutto ignota in Italia, nonostante che nel tentativo di individuazione della sua incerta nazionalità sia stato anche ritenuto italiano per la lunga formazione romana. Attivo presso l’Accademia di San Luca, abilissimo disegnatore, Brunias lavorò dal 1758 al 1763 a Londra, prevalentemente come decoratore di lussuosi interni, e in contatto con l’architetto scozzese Robert Adam, come ben ricostruito dalla Tomasella che, in particolare, individua nel viaggio nelle Antille la svolta più significativa nella produzione pittorica dell’artista, incentrata dopo la nuova esperienza su temi esotici.

Il pittore-viaggiatore si afferma allora come autore di paesaggi caraibici, divenendo attento osservatore dei coloni e dei costumi indigeni, veri e propri documenti topografici ed etnografici che contribuirono a diffondere la conoscenza in Europa delle terre più remote dell’Impero britannico. Questa complessa cultura artistica è illustrata nel testo dell’autrice da una serie d’immagini, fra grafica e pittura, che abbracciano cronologicamente l’intera parabola artistica del pittore, dagli esordi classicistici all’approdo a una suggestiva pittura-reportage.

Altri aspetti dell’arte fra Settecento e Ottocento tocca il saggio Tra-Volti dalla Restaurazione. La ritrattistica dei Borbone delle Due Sicilie da Ferdinando I a Francesco II, in cui l’autore,
Giulio Brevetti, affronta l’analisi della ritrattista ufficiale della casata negli anni compresi fra i regni di Ferdinando I e Francesco II, analizzando i mutamenti dell’iconografia ufficiale anche in relazione all’attività dei principali pittori della corte dei Borbone: da Giuseppe Cammarano a Vincenzo Camuccini, da Filippo Marsigli e Giuseppe Martorelli fino all’avvento della fotografia, alla metà del XIX secolo.
Lo studioso analizza i mutamenti, in virtù degli aggiornamenti dati dal nuovo mezzo, dell’iconografia borbonica in direzione di un lucido oggettivismo, come nell’immagine realizzata dal francese Adolphe Bernoud, tipico artista straniero attirato in Italia dal bello e dall’antico, che ritrae Francesco II e Maria Sofia.

 

Un secondo intervento sull’area campana viene dal contributo di Almerinda Di Benedetto Le tele per il Cappellone di San Sossio nella Basilica pontificia di Frattamaggiore e qualche nota sulla sfortuna critica della produzione sacra di fine Ottocento, dedicato all’arte sacra di ambito meridionale della fine dell’Ottocento e, in particolare, ai quadri del Cappellone di San Sossio nella Basilica pontificia di Frattamaggiore, realizzati tra il 1873 e il 1895.

Se la produzione sacra della seconda metà del XIX secolo è a tutt’oggi ancora poco indagata dalla critica, retaggio di una “sfortuna” di lunga data, resta evidente – come l’autrice opportunamente pone in risalto – la buona qualità formale aggiornata sulla cultura internazionale, grazie agli scambi intercorsi con la produzione accademica europea tardo ottocentesca, come ben testimonia la produzione sacra di un artista quale Domenico Morelli, autore di pale d’altare innovative e di enorme successo, cui si ispirarono gli artisti di San Sossio – Federico Maldarelli, Gaetano D’Agostino e Saverio Altamura – adottando un moderno repertorio eclettico fin de siècle, che si apriva al vero e al realismo.

 

Fra i testi didattici dedicati al disegno geometrico ed architettonico, è il volume Elementi di disegno geometrico, pubblicato a Palermo a partire dal 1903, da Gregorio Izzi con gran cura grafica ed editoriale. L’opera, cui è dedicato il saggio di Edoardo Dotto I rilievi didattici di Gregorio Izzi dei mosaici della Cappella Palatina di Palermo, raccoglie numerose tavole ornamentali a colori, desunte dai rilievi della Cappella Palatina di Palermo, già illustrata nel 1872 da Andrea Terzi di cui, come l’autore ipotizza, Izzi era stato collaboratore.

Gli Elementi di disegno geometrico, oltre a testimoniare la costante attenzione verso l’arte medievale siciliana (ricordo a tal proposito le importanti imprese editoriali del duca di Serradifalco e di Domenico Benedetto Gravina), attesta la notevole qualità dell’arte tipografica in Sicilia fra Otto e Novecento e l’attenzione che, analogamente a come già stava avvenendo per la Storia dell’arte, ad una manualistica attenta agli aspetti della didattica.

 

Completa questo numero il contributo di Valentina Di Fazio, dedicato alla figura poco nota di Sebastiano Agati attivo, come funzionario della Soprintendenza per la Sicilia Orientale, tra il 1900 e il 1948. La ricerca, che si è avvalsa di una ricerca documentaria di prima mano in archivi e soprintendenze, getta una luce sull’attività di Agati e sulla collaborazione con l’architetto roveretano Paolo Orsi: il lavoro della tutela monumentale a cavallo fra le due guerre e la delicatissima opera di restauro conseguente mostrano un funzionario attento e sensibile al contemporaneo dibattito italiano.

L’articolo indaga anche la negletta produzione degli scritti d’arte di Sebastiano Agati, spesso affidati alla stampa periodica.

 

Un mosaico di temi di arte e di critica, dunque, che mi auguro possa offrire ai lettori spunti di riflessione. Concludo con un sentito ringraziamento ai colleghi componenti del comitato scientifico che con il loro costante appoggio hanno sostenuto quest’ultimo numero di “TeCLa – Rivista”

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Temi di Critica - numero 8

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