teCLa :: Rivista

codice DOI:10.4413/RIVISTA - codice ISSN: 2038-6133
numero di ruolo generale di iscrizione al Registro Stampa: 2583/2010 del 27/07/2010


teCLa

teCLa - rivista ospita articoli inerenti temi di critica e letteratura artistica, dal medioevo al contemporaneo, con attenzione alle riflessioni teoriche sugli aspetti del gusto, della metodologia, della storia del collezionismo, della museologia, del restauro e delle tecniche artistiche.
Diretta da Simonetta La Barbera, ha un Comitato scientifico internazionale, un Comitato di Referee anonimo e un Comitato di redazione.
La pubblicazione, a diffusione internazionale, fornita di codice ISSN e di codice DOI, ha cadenza semestrale.

Comitato Scientifico e comitato redazionale.

Per inserire i propri contributi è possibile contattare la redazione.

In fondo alla pagina le note legali, la pubblicazione etica e la dichiarazione di Malpractice relative a teCLa - Rivista.

Abstract del decimo numero

San Sossio di Miseno: da seguace a protagonista
di Mario Alberto Pavone

Lo studio sull'iconografia di San Sossio tra Sei e Settecento, inizialmente legata a quella di San Gennaro, ha consentito di individuare le fondamentali varianti introdotte dai principali artisti napoletani nelle fasi di passaggio dal Naturalismo al Barocco e dall’Arcadia al Rococò. Attraverso la segnalazione di alcuni dipinti inediti è stato possibile individuare sia le diversità interpretative da parte degli allievi del Giordano (Nicola Malinconico, Giuseppe  Simonelli) e del Solimena (Francesco De Mura, Nicola Maria Rossi), sia il crescente interesse verso formulazioni autonome dell’iconografia del santo.

Archeologia e simboli della “romanitas” nella pubblicistica e nella grafica fascista: il caso de “La Rivista Illustrata del Popolo d’Italia” (1923-1943)
di Priscilla Manfren


L’articolo tratta il tema della presenza dell’antico nella stampa del Ventennio, analizzando in particolare il caso de “La Rivista Illustra del Popolo d’Italia”, edita dal 1923 al 1943 come allegato mensile del quotidiano mussoliniano “Il Popolo d’Italia”. Nella prima sezione, dopo un’introduzione su genesi, struttura e collaboratori della rivista, il saggio fa una panoramica sugli articoli di argomento artistico -letterario, soffermandosi in particolar modo su quelli a tematica archeologica; nella seconda parte del testo, invece, vengono analizzate alcune tavole e copertine del periodico, mettendo in luce la presenza di iconografie e soggetti strettamente legati alla Roma antica. Scopo del saggio è dunque fornire un ulteriore esempio della strumentalizzazione propagandistica del passato romano operata dal regime, il quale trasforma la stampa illustrata in un vero e proprio mezzo di diffusione di una iconografia popolare dell’antico, che viene lì riproposto attraverso modalità rappresentative più semplici e pedagogiche, ma allo stesso tempo suggestive e affascinanti.

Leonora Carrington e Remedios Varo. Due artiste surrealiste tra Europa e Messico
di Giada Centazzo

La singolare parabola artistica ed umana di Remedios Varo e Leonora Carrington rappresenta un caso emblematico tra le cosiddette surrealiste di seconda generazione. Entrate in contatto con l’universo surrealista al seguito dei fondatori del movimento - in qualità di compagna del pittore Max Ernst, Leonora; di amante del poeta Bejamin Péret, Remedios - entrambe gravitano nell’orbita di Breton e compagni nel ruolo di muse. Le loro opere giovanili molto rivelano del controverso rapporto con gli aderenti al movimento, ma soprattutto della loro personalità artistica giovanile. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Carrington e Varo si trovano di fronte ad una svolta epocale, costrette ad allontanarsi dal milieu parigino e dai compagni surrealisti per essere catapultate in una terra straniera: il Messico. Sarà proprio in Messico e nella loro viscerale amicizia, che le due pittrici troveranno le risorse per scrivere importanti pagine della loro opera, giungendo all’elaborazione di un universo femminile alternativo a quello dei surrealisti uomini.

Distruzione/costruzione/decostruzione. Il flusso continuo dell’architettura contemporanea
di Michele Sbacchi


Lo spazio dell’architettura contemporanea, nella sua duplice scala costruttiva e urbanistica, è caratterizzato dalla distruzione. Una condizione che è al tempo stesso reale (le discontinuità, i vuoti, le demolizioni) e simbolica. Alcuni artisti percorrono all’inverso il processo creativo, e partono dalla distruzione intesa come procedura artistica. Tra essi Gordon Matta-Clark, che riporta a un modello architettonico le operazioni distruttive di Burri, o Gustav Metzger nella cui opera la distruzione si converte in atto creativo.

«The raw visual feel». L’esperienza dell’opera d’arte nella prima formazione di Michael Baxandall
di Laura Pellicelli


Il breve periodo compreso tra il 1954 e il 1956 costituisce uno snodo decisivo nella formazione di Michael Baxandall (1933-2008) e il punto di partenza del suo successivo fondamentale contributo  alla storia e alla critica d’arte del nostro tempo. Questi sono infatti gli anni in cui il giovane decide di non proseguire gli studi universitari di critica letteraria, per dedicarsi invece allo studio delle arti visive e, dopo aver conseguito l’English Tripos presso il Downing College di Cambridge, trascorre un anno in Italia, diviso tra i corsi dell’Università di Pavia e l’esplorazione del patrimonio artistico e del paesaggio italiano. A completare il quadro si inserisce l’ambizione giovanile di diventare uno scrittore, coronata con la pubblicazione postuma del romanzo di ispirazione autobiografica A Grasp of Kaspar (2010).
  Analizzando le memorie relative al periodo in esame, contenute nel libro postumo Episodes. A Memorybook (2010), e alcune carte appartenenti al fondo The Papers of Michael Baxandall, conservato presso gli archivi della University Library di Cambridge, il contributo intende rintracciare in queste tappe della formazione le origini di un tratto saliente della produzione successiva dell’autore: il suo profondo interesse per l’esperienza visiva dell’opera d’arte. In particolare, si mette in luce come l’osservazione ravvicinata dell’immagine pittorica nasca come traslato alle arti visive di una sensibilità critica appresa a contatto con il testo letterario; prima ancora che oggetto di indagine storica, come sarà ad esempio in Painting and Experience in Fifteenth Century Italy (1972), la relazione con l’immagine si configura a queste date come un’esperienza personale, di cui si possono ancora scorgere le tracce nel breve testo su Piero della Francesca (1966), pubblicato all’interno della collana The Masters. Si suggeriscono inoltre alcune significative analogie tra l’osservazione delle opere e lo sguardo che Baxandall rivolge all’ambiente italiano, le cui impressioni sono registrate in alcune note manoscritte che sembrano preparare la stesura più tarda di alcuni brani del romanzo.



Abstract - number 10



San Sossio di Miseno: da seguace a protagonista
di Mario Alberto Pavone

The study on the iconography of San Sossio between the seventeenth and eighteenth centuries, initially linked to that of San Gennaro, helped to identify the fundamental variations introduced by the major Neapolitan artists in the stages of transition from Naturalism to the Baroque and from Arcadia to the Rococo. By focusing on some unknown paintings, it was possible to identify both the different interpretations provided by Giordano (Nicola Malinconico, Giuseppe Simonelli) and Solimena’ s followers (Francesco De Mura, Nicola Maria Rossi), and the growing interest towards the autonomous iconographic formulations of the saint.

Archeologia e simboli della “romanitas” nella pubblicistica e nella grafica fascista: il caso de “La Rivista Illustrata del Popolo d’Italia” (1923-1943)
di Priscilla Manfren


This essay discusses the presence of the Antique in the Fascist press; it specifically analyzes the case of “La Rivista Illustrata del Popolo d’Italia”, which was published from the 1923 to the 1943 as monthly supplement of “Il Popolo d’Italia”, that was the daily newspaper founded by Mussolini. In the first section of the paper, after an introduction on the genesis, on the structure and on the authors of the magazine, the essay makes an overview of the art articles, focusing especially on those of archaeological theme. In the second part of the text, instead, are analyzed some plates and covers of the magazine; this analysis wants to highlight the presence of some iconographies and subjects closely related to the ancient Rome. The purpose of this essay is therefore to provide a further example of the fascist exploitation of the Roman past; the regime of Mussolini, in fact, transformed the illustrated press in a vehicle for the diffusion of a popular iconography of the Antique; in the fascist magazines, in fact, it was repurposed in more simple and pedagogical ways, which were at the same time evocative and fascinating.

Leonora Carrington e Remedios Varo. Due artiste surrealiste tra Europa e Messico
di Giada Centazzo

Almost unknown in the history of Surrealism, the life and art of Remedios Varo and Leonora Carrington are a unique example of the so-called second generation of surrealist women artists.
Carrington and Varo come into contact with the surrealist universe through the founders of the movement: Leonora as the lover of painter Max Ernst; Remedios as the partner of poet Benjamin Perèt. Both women had been welcomed in the circle of Breton as muses. Their early works reveal a lot about the controversial relationship with the members of the group, and they also enlighten us about their juvenile artistic nature.
With the outbreak of World War II, Carrington and Varo had to face a turning point in their careers. Torn apart from the parisian milieu and from their fellow surrealists, the two painters were catapulted into a foreign land: Mexico. But it will be in Mexico and due to their extraordinary friendship that Leonora and Remedios will find the inspiration to write the most important pages of their works, subverting the conventional image of the feminine and proposing an alternative to the vision of the Woman of their male counterparts.

Distruzione/costruzione/decostruzione. Il flusso continuo dell’architettura contemporanea
di Michele Sbacchi


The space of contemporary architecture, in his twofold building and urban scale, is characterized by destruction. A condition that at the same time is real (discontinuities, emtpies, demolitions) and symbolic. Some artists run through reverse the creative process, and leave from destruction considered as an artistic procedure. Between them Gordon Matta-Clark, inspired to Burri’s destructive operations, or Gustav Metzger, in whose activities destruction turns in creative act.

«The raw visual feel». L’esperienza dell’opera d’arte nella prima formazione di Michael Baxandall
di Laura Pellicelli


The short time span running from 1954 to 1956 represents a turning point in Michael Baxandall’s formation and a beginning of his subsequent fundamental contribution to art history and criticism. It is in these years in fact that Baxandall decides no to continue his university education in literary criticism and to devote himself to the study of the visual arts. This article concentrates on the relationship between some aspects of the author’s literary critical education and his first approach to the visual arts, focusing especially on his critical attitude in the exploration of both Italian artistic heritage and landscape during the year that he spent at the University of Pavia (1955-56), following his graduation at the English Tripos at Downing College in Cambridge. Baxandall’s juvenile ambition to write novels, which will lead to the posthumous publication of A Grasp of Kaspar (2010), completes the picture.
Starting from the analysis of Baxandall’s own memories, recorded in Episodes. A memorybook (2010), and of some of the Papers of Michael Baxandall, held at Cambridge University Library archives, this contribution aims at tracing the roots of a specific feature of the author’s subsequent writings, namely his deep interest towards the visual experience of the art work. It especially throws some light on the relationships between Baxandall’s close observation of pictorial images and the critical sensibility he might have developed through the analysis of literary texts. The first encounter of the observer with the paintings, which will turn into an object of historical survey, as it happens in Painting and Experience in Fifteenth Century Italy (1972), is described at this stage as a personal experience and can be detected, as such, in the brief text about Piero della Francesca, published in 1966 as a part of the series The Masters. Furthermore the article suggests similarities between Baxandall’s reflections on the pictures’ visual feel and the impressions gathered in the Italian environment that he recorded in some manuscripts notes, which relate to his later writing of some of the novel’s passages.