teCLa :: Rivista

codice DOI:10.4413/RIVISTA - codice ISSN: 2038-6133
numero di ruolo generale di iscrizione al Registro Stampa: 2583/2010 del 27/07/2010


teCLa

teCLa - rivista ospita articoli inerenti temi di critica e letteratura artistica, dal medioevo al contemporaneo, con attenzione alle riflessioni teoriche sugli aspetti del gusto, della metodologia, della storia del collezionismo, della museologia, del restauro e delle tecniche artistiche.
Diretta da Simonetta La Barbera, ha un Comitato scientifico internazionale, un Comitato di Referee anonimo e un Comitato di redazione.
La pubblicazione, a diffusione internazionale, fornita di codice ISSN e di codice DOI, ha cadenza semestrale.

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Abstract del nono numero

La chiesa del Collegio Massimo dei Gesuiti di Palermo: la lunga storia di una dismissione
di Giuseppe Scuderi


Le vicende della chiesa di Santa Maria della Grotta annessa al Collegio Massimo della Compagnia di Gesù di Palermo testimoniano da un lato il disegno edilizio dei Gesuiti in Sicilia volto ad assicurarsi i luoghi strategici nello scacchiere urbanistico delle città; dall’altro di una politica della conservazione dei beni culturali che, nel primo dopoguerra, segnò il “sacrificio” di molti monumenti in nome di una malintesa riconversione d’uso. Le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale e le successive ricostruzioni consegnarono alla fruizione un edificio che ormai aveva perduto non solo il suo originario arredo artistico, ma anche l’antico respiro spaziale, irrimediabilmente adulterato dalla nuova rifunzionalizzazione.

La trattatistica francese tra il XVII e il XVIII secolo. Dal collezionismo a una prima strutturazione delle scuole pittoriche italiane
di Gabriele Lo Nostro


La frammentazione pittorica italiana rappresentò, all'interno della letteratura artistica francese del XVII e del XVIII secolo, un'occasione di studio e di riflessione sulla varietà artistica dell'intero continente. Tuttavia, alla base di una prima strutturazione delle scuole pittoriche italiane, sembrano collocarsi le severe regole di un'istituzione centralizzata e dominante quale l'Académie Royale de Peinture et Sculpture (1648), i cui modelli stilistico-interpretativi condizionarono non soltanto il punto di vista dei pittori, ma anche il gusto e il mercato artistico dell'epoca. A testimonianza restano le numerose pubblicazioni che, a partire dell'età barocca, imperversarono all'interno dei cabinets e delle collezioni del tempo. In tale contesto si colloca la ricca trattastistica dei savants académiciens quali Abraham Bosse (1604-1676) e Roger de Piles (1635-1709) o, ancora, i volumi di altri personaggi di spicco dello scenario artistico francese, tra cui il naturalista Antoine Joseph Dézailler d'Argenville (1680-1765), l'Intendant des Menus plaisirs de la Maison du roi Denis Pierre Jean Papillon de La Ferté (1727-1794) e il filosofo Denis Diderot (1713-1784).
Lontano dal voler rappresentare un percorso completo ed asaustivo sull'argomento, il presente contributo ha come scopo quello di mettere in luce gli intricati passaggi e le dinamiche che hanno permesso in Francia il delinearsi di una prima ripartizione delle principali scuole pittoriche italiane.

Sul primo inventario della collezione del conte Agostino Pepoli a Bologna
di Eleonora Tardia


Nei mesi immediatamente successivi all’accettazione del lascito testamentario dell’eredità del collezionista siciliano Agostino Pepoli da parte del Comune di Bologna (1910), l’eterogenea raccolta di oggetti d’arte che fino ad allora si trovava nelle ampie sale al piano nobile della sua residenza bolognese, andò dispersa, a causa della volontà manifestata dalle autorità cittadine di dividere le opere della collezione tra le istituzioni museali già esistenti piuttosto che mantenerle nella sede originaria. Il contributo pertanto indaga quale fosse l’aspetto delle diciannove sale dell’appartamento di Agostino Pepoli prima della dispersione, negli anni appena precedenti al suo ritorno a Trapani; lo fa attraverso la rilettura critica del materiale preesistente e l’ausilio d’inedite testimonianze documentarie. Lo studio dell’Inventario legale dei mobili esistenti in Bologna di compendio della eredità del Nobil Uomo fu Sig. Conte Agostino Sieri Pepoli, custodito presso i locali Archivi Notarili,  ha il merito a qualche anno di distanza dal centenario della morte del collezionista e sulla scia del forte interesse che la comunità accademica ha espresso in più occasioni, di definire l’ampiezza della raccolta e quando possibile rintracciare le opere oggi ancora presenti nelle collezioni pubbliche e private bolognesi, individuando le  potenzialità di un approfondimento sistematico a cui si potrebbe arrivare attraverso la trascrizione integrale del documento.

Sub specie aeternitatis. Architettura della memoria in forma di rotonda nel periodo tra le due guerre
di Gaetano Palazzolo


Sulla necessità di trovare, nell’ambito delle arti, una nuova cifra espressiva per la costruzione di volumi e di forme, mutuate dalla natura come entità simboliche, all’inizio del secolo XX l’architettura della memoria si arricchisce di nuovi repertori iconologici, permettendo di reinterpretare alcuni schemi geometrici tradizionali, concepiti secondo parametri estetici ispirati alle nuove teorie dell’arte. Nell’arco temporale esteso fra la nascita e il declino della cultura modernista e sull’onda dell’epica ricostruzione avviata all’indomani della prima guerra mondiale, significative  operazioni progettuali si innesteranno all’interno del programma rifondativo della politica fascista con l’idea di rinnovare le arti all’insegna del monumento. Il potenziamento dell’architettura monumentale e funeraria conferma un processo di articolazione linguistico-formale, espressiva di una metodologia progettuale che tende a prediligere masse e volumi puri ed elementari, legati alle nuove tendenze teosofiche ed antroposofiche di inizio Novecento. La tipologia della rotonda si impone come lo schema centrale dell’architettura funeraria più adatto ad eternare la memoria del “milite ignoto”, mentre, secondo le direttive del Piano Faracovi, si afferma sempre più da parte di architetti e artisti quella tendenza a ricercare un linguaggio depurato dalle “illusioni” della precedente stagione eclettica. Da una parte, si tende a semplificare, secondo lo spirito cubista dell’architettura novecentesca, i volumi, passando dal purismo alle irradiazioni simboliche fatte agire nella materia, come nei progetti di Agostino Griffini e Paolo Mezzanotte per il Concorso del Monumento al Fante Italiano, dall’altra la produzione architettonica mira ad individuare un nuovo modus costruendi, in funzione di componenti e di logiche progettuali fortemente compromissorie, ossia abili a surclassare gli slanci innovativi delle avanguardie architettoniche e parzialmente declinate secondo la “mistica” del regime, a favore di un formalismo proteso verso istanze attualizzanti dell’accademismo imperante, come nei progetti per l’Ossario ipogeo del Grappa del 1927, quello ancor più classicheggiante del progetto per Tempio Votivo al Lido di Venezia del 1919 dell’architetto Giuseppe Torres o quello più “modernamente eclettico” del Pantheon dei Caduti siracusani di Francesco Fichera del 1932.

Una proposta museologica per Villa Palagonia
di Irene Tedesco


Ancora oggi Villa Palagonia, a Bagheria, residenza dei Principi di Gavina, rappresenta un’unicità architettonica e decorativa nel contesto del tardo barocco siciliano. Dopo aver tracciato per punti chiave la sua storia, si avanza una proposta di musealizzazione che riguarda la sua fruizione, reale e virtuale, nonché la valorizzazione mediante nuove tecnologie e social media.
La villa, di proprietà privata, è aperta al pubblico senza avere un percorso museografico definito. Si delinea pertanto una proposta di musealizzazione di Villa Palagonia ipotizzando i percorsi di vista e l’allestimento degli spazi interni, nell’ottica di restituire la complessa storia della villa ai fruitori. Per una maggiore valorizzazione della villa, considerando anche la sua fortuna critica nell’ambito della cinematografia italiana e straniera, si propone infine una guided tour per la fruizione mobile di tutto il suo patrimonio culturale.



Abstract - number 9



La chiesa del Collegio Massimo dei Gesuiti di Palermo: la lunga storia di una dismissione
di Giuseppe Scuderi


The History of the Church of Santa Maria della Grotta, annexed to the Collegio Massimo of Jesuits in Palermo testify on the one hand the Company’s building project in Sicily, direct to ensure the strategic places in the urban context; on the other hand a cultural heritage safeguard policy which, after the First World War, sacrificed a lot of monuments to a mistaken usage reconversion. Second War World’s destructions transmitted a building which had host not only the early artistic furniture, but also the original spatiality, irreparably unalterated by the new re-functionalization.

La trattatistica francese tra il XVII e il XVIII secolo. Dal collezionismo a una prima strutturazione delle scuole pittoriche italiane
di Gabriele Lo Nostro


The French art literature of the 17th and 18th centuries realised in the fragmentation of Italian schools of painting an opportunity for the study and reflection on the artistic variety of the whole European continent. However, this first analysis of the various Italian schools is guided by the strict rules of a central and dominant institution such was the Académie Royale de Peinture et Sculputure (1648), its stylistic and critical models creating at the time a considerable influence not just on the artists themselves but on the market and public taste. Such influence is demonstrated in the many publications that since the late 16th century were commonly found in the cabinets and in the art collections of the time. Among these works are the academic and artistic writings of Abraham Bosse (1604-1676) and Roger de Piles (1635-1709) as well as the works of eminent academics of the era such as naturalist Antoine Joseph Dézailler d'Argenville (1680-1675), art connoisseur Denis Pierre Jean Papillon de la La Ferté (1727-1794) and philosopher Denis Diderot (1713-1784).
Far from being a complete and exhaustive rendition of the subject, this essay seeks to elucidate the different phases and dynamics that endorsed the first systematization of the Italian schools of painting.

Sul primo inventario della collezione del conte Agostino Pepoli a Bologna
di Eleonora Tardia


The Last Will and Testament of the Sicilian art collector Agostino Pepoli was accepted by the Municipality of Bologna in 1910. In the months that followed, the heterogeneous collection of art that had, until then, occupied the vast halls in the main floor of his residence in Bologna, went lost due to the local authorities’ will to divide the works between the existing museums rather than keeping them in their original home. This contribution sets to examine the features of the nineteen halls in Agostino Pepoli’s apartment as they appeared before the aforementioned dispersion, in the years closely preceding his return to Trapani; this task is pursued through a critical re-reading of the preexisting material and the assistance of unpublished documentary testimonies. A few years from the centenary of the departure of the collector and in the wake of the fervent interest repeatedly expressed by the academic community, the study of the legal inventory of the objects existing in Bologna attached to the heritage of the Noble Count Agostino Sieri Pepoli, preserved in the local notary records, allows to define the size of the collection and, when possible, to trace the works that have survived to this day in the public and private collections in Bologna, thus unveiling the potential lying in a systematic in-depth analysis which could be accomplished through an integral transcript of the document.

Sub specie aeternitatis. Architettura della memoria in forma di rotonda nel periodo tra le due guerre
di Gaetano Palazzolo


At the beginning of the twentieth century, with the need to find, in the arts, a new expressive figure for the construction of volumes and shapes, borrowed from nature as symbolic essences, Funerary architecture is enriched with new iconographical repertoires, allowing to explain some traditional geometric patterns, from communicative value, designed according to aesthetic parameters, inspired by new theories of art. Between the birth and the decline of modernist culture and in the wave of the epic rebuilding, started after the World War I, new project aims will explain with significant operations, agree with the fascist politics idea of ​​art revival. The expansion of monumental and funerary architecture remains a process of linguistic and formal articulation, expressive of one methodology that prefer the masses and the pure and primary volumes, linked to the new theosophical and anthroposophic theories of the early twentieth century. The typology of rotonda stands out as the core model of funerary architecture, best suited to perpetuate the memory of the “Unknown Soldier”, while, according to the guidelines of the Faracovi Plan, architects and artists increasingly tend to seek language purified by the “misleading signs” of the Eclectic style. On one side, therefore, some artists tend to simplify volumes, according to the cubist architecture spirit, crossing the purism movement and the astract expressionism, such as the project  by Agostino Griffini and Paolo Mezzanotte for Monument Competition to the “Italian Soldier”, example of cosmic memorial, characterised by radiation symbolic in the matter, on the other side, instead, the architectural production aims at finding a new construction type, according to the components and logic design, conceived in “middle ways”, that is adept at get better of the avant-garde architecture, partially appeased by the "mystique" of Fascism, sometimes prone to an academic formalism such as the project for the Grappa Underground Ossuary in 1927, or sometimes pushed on classical historicism such as the one by architect Giuseppe Torres for a Votive Temple at the Venice Lido in 1919, or sometimes also, conveyed to the “modern and eclectic” ways such as the oneby architect Francesco Fichera in Siracusa in 1932, called Pantheon for War Memorial.

Una proposta museologica per Villa Palagonia
di Irene Tedesco


To this day Villa Palagonia (Bagheria, Sicily), residence of the Princes of Gavina, is a uniqueness of architecture and decoration in the late Sicilian Baroque. After listing the key points of its history, the article puts forward a proposal about the enhancement of Villa Palagonia by a museological project on its fruition, real or virtual, and the use of new technologies and social media.
The villa is privately owned; it is open to the public without a defined museum itinerary. Therefore the article outlines a proposal for a museum of Villa Palagonia designing the possible tours and the setting of the interior spaces, with a view to offering the complex history of the villa to the visitors. For a greater appreciation of the villa, considering its critical fortunes in Italian and foreign films, a guided tour for mobile experiences of its entire cultural heritage is proposed too.