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CREATIVE CITY | Dynamics Innovations Actions

Città Creative: un manifesto per l'azione progettuale
di Maurizio Carta

La città creativa è oggi una realtà che in molte parti del mondo ha già dato i suoi frutti generatori di qualità, in termini di dinamiche di sviluppo, di innovazioni e di azioni dietro le quali spira il vento della cultura urbana. Le città creative europee costituiscono oggi dei potenti “moltiplicatori di capitale urbano”, consentendo alle città di generare nuove economie e di attivare dinamiche di sviluppo che si connettono alle reti-mondo. In tale scenario, non possiamo accontentarci di indagarle e valutarle, ma occorre attivare un'azione progettuale che miri a trasformarle in “generatrici di creatività”.
Il XXI secolo sarà l'era indiscussa delle città e su di esse si misurerà lo sviluppo delle nazioni. Nel 2007, per la prima volta nella storia dell'umanità, più della metà della popolazione mondiale vive nelle città, inaugurando un'era in cui la città - nelle sue diverse declinazioni - è la modalità più diffusa dell'abitare umano. Esiste un mondo delle città, di centri pulsanti del nostro sistema territoriale, di nodi di un'armatura di comunità che si riconosce sempre più nella città, nel vivere e nel fare urbano. Il mondo si svilupperà non solo attorno a grandi megalopoli da decine di milioni di abitanti, ma anche attorno a metropoli, a conurbazioni diffuse e ad armature di micropoli, “piccole capitali” produttrici di nuova cultura: le culture-based competition cities saranno, infatti, quelle città in grado di competere nel panorama internazionale attraverso la valorizzazione e la promozione della propria identità culturale, sia consolidata che in evoluzione.
La creatività di coloro che vivono, che usano o che attraversano le città sta sostituendo nella costruzione dello sviluppo sia la localizzazione spaziale, sia le risorse naturali che l'accesso ai mercati come fattori della competitività urbana, determinando il futuro successo delle metropoli, consentendo ad alcune città di diventare “capitali” poiché in grado di intercettare le energie di flussi, di persone e di capitali che attraversano il pianeta.
Numerose città stanno facendo da incubatori di una vera e propria “classe creativa”, attirando la localizzazione di intelligenze, competenze e manodopera che alimentano la domanda di particolari declinazioni della qualità urbana, nuovi servizi e forme dell'abitare - anche nomade - indispensabili per lo sviluppo delle nuove opportunità e per l'alimento della creatività.
Oggi ci troviamo di fronte all'esplosione del settore “Quinario” (approccio strategico al governo, alle scienze, all'educazione e all'economia information-oriented), producendo una profonda mutazione delle nostre istanze, una rimodulazione delle esigenze, una rivoluzione dei processi decisionali ed una radicale trasformazione delle forme dell'insediamento umano: nuovi centri emergono nel pianeta, le città si fanno policentriche, disperse a rete, sperimentando un nuovo rapporto con il territorio.
La creatività è anche un fattore di sviluppo economico delle nazioni: secondo l'Unesco l'industria della creatività vale il 7% del PIL mondiale, producendo un interscambio tra Paesi di oltre 60 miliardi di dollari che cresce a un ritmo di almeno il sette per cento l'anno. In Europa, secondo il Rapporto “The Economy of Culture” del 2006, 5,8 milioni di persone lavorano nel settore delle creative industries (il 3,1% del totale degli occupati) ed in particolare il settore della comunicazione, del design e della multimedialità ha generato un volume di affari di 654 miliardi di Euro nel 2003, producendo il 2,6% del PIL. In questo scenario in evoluzione diventa necessario non solo il riconoscimento del ruolo degli “agenti di creatività” nello sviluppo delle città, ma anche l'impegno che la stessa “creatività urbana” costituisca un fattore primario dell'evoluzione delle comunità e dello sviluppo economico.


Nell'ottica progettuale che ci anima, possiamo individuare alcuni “fattori competitivi” delle città creative, riassumibili in 3 C. La prima è la Cultura, fattore primario dell'identità della città che affonda le radici nel palinsesto della storia e che protende i suoi rami nel futuro. Il talento di una città, la sua risorsa distintiva e competitiva, è la sua identità culturale, la sua diversità prodotta dalla storia. E il “talento urbano” deve essere messo in grado di produrre valore, immesso nel circuito virtuoso dell'economia della cultura, della geografia dell'esperienza e del progetto della qualità.
Il secondo fattore è la Comunicazione, cioè la capacità di informare, divulgare e coinvolgere in tempo reale gli abitanti e, sempre di più, i molteplici utilizzatori, ampliando i processi partecipativi L'utilizzo delle tecnologie della comunicazione consente anche di intervenire nella riduzione dei fattori di congestione e degrado, riducendo gli spostamenti, controllando l'inquinamento, delocalizzando i servizi e riposizionando le centralità.
Infine, il terzo fattore di creatività urbana è la Cooperazione: la sfida delle città creative risiede infatti nell'accettazione esplicita delle differenze come valori da connettere, nella tensione verso la cooperazione dei diversi abitanti, dei centri e delle periferie. Cooperazione significa essere in grado di mettere insieme molteplici componenti focalizzandone l'azione verso obiettivi e risultati comuni. La città creativa, quindi, non è solo una città più aperta, multiculturale e multietnica, ma è una città capace di mobilitare le sue diversità verso il progetto di futuro.
La città creativa, attivata attraverso i suoi fattori attivi, costituisce una indispensabile guida per generare innovazione, per produrre qualità, per equilibrare le libertà e le iniziative e per alimentare la felicità delle comunità. La città creativa, quindi, non è solo una categoria interpretativa del dinamismo e dell'innovazione delle città, ma è soprattutto una potente tensione progettuale.

Maurizio Carta, Creative City. Dynamics, Innovations, Actions, Barcelona, List, 2007 (edizione italiana - inglese)

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