ITA/ENG


DIRETTORE E RESPONSABILE SCIENTIFICO

Maurizio Carta

UNITA' DI RICERCA
Alessandra Badami
Daniele Ronsivalle
Valeria Scavone

TECHNICAL-SCIENTIFIC STAFF
Annalisa Contato
Carmelo Galati
Raffaella Riva Sanseverino
Claudio Schifani
Carla Tumminello

COLLABORATIONS
Barbara Lino
Jessica E. Oliva

TRAINEES
Marina Bonomolo
Gabriella Di Filippo
Davide Emmolo






viale delle Scienze, ed. 14, Corpo C, stanza 109


SMARTPLANNING.master

Le attività formative dello SMART PLANNING LAB sono erogate attraverso il Master Universitario di II livello in "Pianificazione integrata per lo sviluppo sostenibile del territorio",

COORDINATORE
Prof. Maurizio Carta

CONSIGLIO SCIENTIFICO
Maurizio Carta, Umberto La Commare, Vincenzo Provenzano, Alessandra Badami, Ignazio Vinci, Daniele Ronsivalle

COLLEGIO DEI DOCENTI
Alessandra Badami, Maurizio Carta, Alessandro Ficile, Andrea Gumina, Umberto La Commare, Cleo Li Calzi, Barbara Lino, Marilena Orlando, Andrea Pillon, Gianfranco Rizzo, Daniele Ronsivalle, Claudio Schifani


ANNO ACCADEMICO 2013-14
Le attività didattiche si svolgono presso il Polo Universitario di Ricerca di Bivona e Santo Stefano di Quisquina per l’Energia, l’Ambiente e le Risorse del Territorio (sede di Bivona - AG) e presso il Dipartimento di Architettura (Palermo, viale delle Scienze).

QUOTA DI ISCRIZIONE: € 114,62 (immatricolazione, tassa d’esami finali e bollo).

Il Master è finanziato nell'ambito dell'APQ con la Regione Siciliana, l'Università di Palermo, la Provincia Regionale di Agrigento, il Comune di Bivona e il Comune di Santo Stefano Quisquina per la realizzazione del POLO UNIVERSITARIO DI RICERCA DI BIVONA E SANTO STEFANO DI QUISQUINA PER L’ENERGIA, L’AMBIENTE E LE RISORSE DEL TERRITORIO

 

#SMART PLANNING LAB: IL MOTORE DELLA CITTÀ INTELLIGENTE E SOSTENIBILE

“Una Smart City è l'integrazione tra componenti tecnologiche, componenti sociali e modello di sviluppo urbano, entro una visione che produca città più intelligenti, sostenibili e solidali, non solo immettendo tecnologia, ma generando innovazione. Per perseguire questa integrazione la Smart City deve adottare un modello di pianficazione/gestionale del ciclo di vita urbano che sia capace di integrare costantemente le componenti ICT con quelle della governance e con le decisioni localizzative delle principali funzioni urbane. In questa ottica di integratore di sistema si colloca lo Smart Planning Lab
nell'ambito del Progetto i-NEXT.

#MISSION

Lo Smart Planning Lab è uno strumento operativo che integra la ricerca applicata, la comunicazione e la formazione del Progetto i-NEXT (Innovation for greeN Energy and eXchange in Transportation), finanziato dal PON "Ricerca e Competitività". Esso esercita tre funzioni principali:

1) in fase iniziale come produttore delle analisi di contesto e di scenario e come produttore di soluzioni finalizzate ad una nuova e più efficiente regolazione del ciclo di vita e della localizzazione delle funzioni attrattrici delle città (culturali, economiche e di servizio).

2) In fase intermedia come “hub intelligente” che permette una costante connessione con le esigenze di pianificazione e gestione urbana, ingressando analisi o proposte operative di settore e elaborando indirizzi di governance urbana e di pianificazione integrata dello sviluppo sostenibile.

3) in fase permanente come strumento di comunicazione e di diffusione delle metodiche e degli esiti del Progetto, concorrendo al rafforzamento della necessaria "Smart Citizenship e Social Innovation". Ad esso farà capo la responsabilità di produrre materiale informativo, anche digitale e on cloud, e rapporti intermedi non tecnici che consentano di diffondere il Progetto sia in sede locale, che nei confronti dei Ministeri coinvolti e interessati, ma anche nei confronti di altre città impegnate nelle sperimentazioni di urban smartness anche al fine di costituire uno “Smart Cities Network”.


#ACTION

Lo Smart Planning Lab è un attivatore di funzioni formative e di aggiornamento professionale come fallout del progetto e sua sostenibilità dopo la fase di finanziamento ministeriale
formazione e aggiornamento dei tecnici delle PP.AA. nei processi di rigenerazione urbana “creative, smart and green”;
servizi di assistenza tecnica sia alle PP.AA. che al settore privato per l’implementazione degli indirizzi individuati e dei piani d’azione elaborati con riferimento alle azioni previste nella Strategia Europa 2020 e Horizon 2020;
elaborazione di servizi ICT dedicati ai temi del progetto da introdurre nella rete della cittadinanza digitale per l’incremento della partecipazione e condivisione dei programmi di sviluppo “green and smart oriented”;
attività di informazione e divulgazione per la crescita della smart citizenship e della social innovation.


#HORIZON: CLOUD GOVERNANCE

Siamo sempre più immersi nella società della conoscenza, della creatività e dell’innovazione, oggi universalmente considerati come i fattori principali della competitività, veri fattori anti-ciclici alla crisi che ha travolto i protocolli di sviluppo capitalistico. E ciò richiede processi di creazione, diffusione e ricambio delle conoscenze. Richiede un flusso costante, poderoso e pervasivo di conoscenza, di scambio di informazione, di valutazione istantanea degli effetti delle azioni di governo. L’innovazione non ha confini, essa riguarda ogni aspetto della realtà delle organizzazioni e opera come "agente mutageno" della società, e impone un cambio di paradigma a chi assume la responsabilità di governo sotto il segno di una rinnovata leadership. Dalle economie globali a quelle locali e ritorno: è questa la sfida che oggi viene proposta alle leadership di tutto il mondo, siano che governino stati, sia che guidino città, sia che gestiscano imprese. Non più la sterile contrapposizione tra globale e locale, oggi profondamente interconnessi dalla Network Society, né l’ormai ambigua definizione di “glocale” con il suo recente carico di retorica definitoria, ma con poca sostanza operativa rispetto alle prime e pionieristiche esperienze. La nuova strada che oggi le socio-economie del globo ci propongono è quella che sa attingere ai flussi delle reti lunghe, trasformandoli attraverso i reticoli territoriali in energia per i sistemi locali, diversificandoli nei filoni delle identità per generare valore nel locale e reimmetterlo come nuova linfa nei grandi corridoi globali in modo non solo da alimentarli, ma anche da caratterizzarli e da differenziarli.

#CHALLENGE: OPEN SOURCE URBANISM

Le mutazioni non riguardano solo la sfera economica e relazionale, ma si trasferiscono con sempre maggiore pervasività sul piano fisico, sulla fisionomia e sulla fisiologia stessa delle città, sempre più dense di intelligenza. Tuttavia, una città più intelligente non sarà quella che aggiunge tecnologia ed efficienza al suo organismo tradizionale, ma dovrà essere una città che innova profondamente le sue dinamiche di sviluppo, che rivede il suo modello insediativo e di mobilità e che ripensa il suo metabolismo agendo sull’efficienza dei cicli urbani. Non è sufficiente che le città incrementino la loro intelligenza infrastrutturale, ma devono concorrere a incrementare il tasso di intelligenza collettiva, sostenendo, attraverso il cloud communiting, i comportamenti virtuosi dal basso e dando visibilità ai vantaggi individuali e collettivi di un nuovo modo di pensare l’urbanistica. Nelle smart communities si diffondono sempre più le piattaforme di servizi il cui valore risiede nelle funzioni offerte e riconosciute utili dagli utenti, che a loro volta le trasformano in ulteriori servizi agli altri utenti. E’ quindi importante che tra la piattaforma e gli utenti che le danno valore vi sia una sorta di complicità, che può realizzarsi solo se la relazione tra la piattaforma e gli utenti è "trasparente", "aperta" e "autentica" e quindi viene compresa nel nuovo patto di cittadinanza.
La gestione degli Open Data e dei Big Data non si limita alla sfera amministrativa o ai processi decisionali, ma impone una revisione dei tradizionali modelli cognitivi dei pianificatori e degli urbanisti, costringendoci a modificare non solo i protocolli con cui costruiamo la conoscenza per il piano, ma anche a forgiare nuovi strumenti di pianificazione: siamo di fronte alle prime forme di Open-source Urbanism ed è opportuno che iniziamo a definirne i contorni e a sperimentarne le pratiche per potere individuare i primi protocolli applicativi. Siamo quindi nel contesto di un processo decisionale più intelligente, dinamico e innovativo, e soprattutto distribuito e condiviso, ma che deve essere anche più sapiente, consapevole e responsabile. Una vera e propria Cloud Governance che, tuttavia, non deve essere un nuovo mantra, ma deve aiutare le leadership e le tecnocrazie, i registi e i progettisti del mutamento, gli attori della trasformazione e i soggetti sociali a comprendere quanto il tema dell'apertura e della trasparenza coinvolga le organizzazioni che sono loro affidate: istituzioni o imprese, comunità o università.
Pianificare immersi nella nuvola dell’informazione richiede nuove mappe per orientarsi, nuovi sensori per percepire gli ostacoli, nuovi strumenti per tracciare la direzione, ma soprattutto nuovi occhi per non perdere l’orizzonte.

civic tech urban new alliance for smart city and communities
#SMART PLANNING PROTOCOL

I vantaggi di questa pervasività delle ICT nella pianificazione e nel governo della città e del territorio sono evidenti soprattutto oggi che progressivamente le mappe, i dati e i modelli di valutazione sono resi comprensibili non solo per utenti esperti ma sono patrimonio comune di tutti i soggetti: l'integrazione delle tecnologie web e wiki in applicazioni Gis, per esempio, è una modalità molto fertile per migliorare le possibilità di interazione costruttiva tra i cittadini, i decisori pubblici e i saperi esperti che coagiscono nei processi di pianificazione urbana. La diffusione delle tecnologie on cloud – ormai diffusa sia a livello professionale che consumer – consente una costante integrazione di banche dati decentralizzate, così da rendere possibili aggiornamenti permanenti direttamente alla fonte. Le banche dati georeferenziate sono un elemento centrale dei processi decisionali a livello comunale e regionale, agevolando le decisioni degli attori istituzionali e imprenditoriali, ad esempio rendendo condivisa la conoscenza del suolo e agevolando il fast-tracking per le procedure amministrative. La condivisione delle basi di dati può agevolare il partenariato pubblico-privato degli interventi e il project financing distribuendo dati, informazioni e studi fattibilità in possesso degli uffici tecnici, o assicurare il contributo delle multiutilities alla realizzazione. Infine può promuovere la partecipazione di partners locali o l’apertura internazionale attraverso l’esercizio di un potere pianificatorio e regolatore sempre più condiviso.

Smart Planning Protocol for open urbanism and city apps


Lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie applicate alla pianificazione territoriale devono condurre alla sperimentazione di nuove interfaccie: metodi di rappresentazione e comunicazione in grado di arricchire i sistemi tradizionali per ampliare le possibilità di utilizzazione dei geo data nel processo di pianificazione. Si modificherebbe così lo stesso processo di pianificazione attraverso nuove modalità di lettura e interpretazione delle macro-regioni, delle piattaforme strategiche, dei sistemi locali e delle relazioni socio-economiche in atto, svelando connessioni ancora sottotraccia che porterebbero ad una ridefinizione non istituzionale delle aggregazioni territoriali. La sperimentazione in molte realtà locali di progetti di reti dei sistemi informativi territoriali finalizzato alla promozione di networking delle città si inserisce nella più ampia sfida di promuovere la cloud governance come nuova dimensione dello sviluppo locale. La dimensione dell’integrazione delle ICT nelle politiche urbane, nella quale le potenzialità comunicative si esprimono al meglio e sono in grado di portare valore aggiunto, è quella della community, ovvero dell’insieme di soggetti che, mossi da un interesse comune, interagiscono in rete effettuando transazioni e scambi, segnalando problemi e condividendo soluzioni, elaborando progetti e promuovendo azioni che sono in grado di creare valore aggiunto. La gestione del territorio come sistema interconnesso di sensori, interfacce e City Apps, per esempio, può favorire la nascita di distretti virtuali (produttivi, turistici, gastronomici, culturali) basati sul cloud computing dedicato alle PMI con l'obiettivo di rivitalizzare i vantaggi competitivi del sistema locale, stimolando lo sviluppo integrato del territorio attraverso la connessione delle aziende ad altri poli del sistema globale delle imprese. La filosofia dei distretti virtuali consentirà ai network di città di competere nel mercato globale come sistema locale reticolare, utilizzando tre importanti risorse competitive: l’informazione geolocalizzata, la connessione in rete e i citizen networks.
La diffusione nelle città di sensori, reti elettroniche e applicazioni dedicate alla urban life sta producendo un vero e proprio spazio urbano cyber-physical, composto dalla costante interazione di componenti fisiche e reti digitali, di azioni materiali e retroazioni immateriali. “Siamo all’esordio di una dimensione ibrida tra mondo digitale e mondo materiale, dove Internet sta invadendo lo spazio fisico” – sostiene Carlo Ratti – identificandolo, rendendolo attrattivo e configurandolo per usi sociali che riportano gli abitanti negli smart places connessi alla rete ed erogatori di servizi.

[estratti da M. Carta, Reimagining Urbanism. Città creative, intelligenti ed ecologiche per i tempi che cambiano, Trento-Barcelona, ListLab, 2013]


#PROJECT PARTNERS

Il Progetto i-NEXT riguarda l’efficienza energetica degli edifici e il tema della mobilità e logistica sostenibile, alimentata da energia ricavata da fonti rinnovabili. L’intreccio tra i due temi consente di rendere disponibili alla PA soluzioni tecnologiche e gestionali integrate in grado di contenere i costi economici, ambientali e sociali determinati dai consumi energetici e dalla mobilità di persone e merci.
Il coordinamento scientifico del Progetto è di Laura Andaloro (CNR-ITAE) e il coordinamento amministrativo è di Antonio Perniciaro (ITALTEL).

Presentazione del Progetto i-NEXT a cura del Responsabile Scientifico, Laura Andaloro

 

#OPENSOURCES

1. HACKERS, MAKERS & STARTUPPERS FOR CREATIVE CITY 3.0


2. CITY 2.0 (from TED Prize 2012)


3. LA CITTA' DIALOGANTE
[Open]

4. RE-THINK, RE-LOAD, RE-CYCLE [Open]
5. CITTA' OPEN SOURCE [Open]
6. RIDUCI, RIUSA, RICICLA. NUOVI PARADIGMI [Open]
7. IL PARADIGMA SMART CITY [Open]

8. SMART CITY SANT CUGAT


9. AMSTERDAM SMART CITY


10. VALDAURA SELF SUFFICIENT LAB [Open]
11. CITY PROTOCOL [Open]
12. ARDUINO IS OPEN-SOURCE IMAGINATION [Open]
13. THE SENSE/ACTIVE CITY [Open]



#ACTIVITIES

01. La Mappa dei talenti, della creatività e dell'innovazione [beta]

 

#LINKS
Reimagining Urbanism
Re-immaginare l’urbanistica richiede un rigoroso esercizio di volontà, responsabilità e competenze che si fondino su un sistema di governo delle trasformazioni urbane basato su nuovo pentagramma dello sviluppo: visione, strategia, progetto, regole e comunità. Un pensiero differente ed una filiera di azioni per i tempi nuovi, capaci di re-immaginare il progetto urbano. Le città del futuro – smart, creative e green – dovranno agire entro uno stato di perturbazione che non sparirà presto, dovranno riattivare i propri capitali guidate da una urbanistica in grado di garantire nuove forme di convergenza tra sostenibilità culturale economica, ambientale e sociale sia attraverso l’adozione di nuove visioni di futuro, sia attraverso l’uso di nuovi paradigmi ma anche attraverso la qualità delle decisioni e la concretezza dei progetti. [apri]
Urban Makers: i nuovi cittadini bricoleurs
Makers, fablabers, urban farmers, startuppers, smart citizens, co-workers sono termini che sempre più spesso escono dal lessico specialistico in cui sono nati per diventare i protagonisti della città contemporanea, attori dell’urbanistica, della politica e della società nella terza rivoluzione industriale in cui siamo entrati. Nelle città contemporanee, mettendo insieme digitale e reale, i cittadini tornano ad essere fabbricanti e non soltanto di beni e servizi da mettere in commercio, ma diventano agricoltori per tornare ad animare parti di città dismessa attraverso l’agricoltura urbana, oppure diventano lavoratori della conoscenza attraverso gli atelier o gli incubatori creativi. Sono i bricoleurs di una città che alle strategie di sviluppo accompagna sempre più spesso le tattiche di manutenzione, di riparazioni e di riciclo. Riattivano edifici industriali, vecchie stazioni o caserme dismesse per farli tornare luoghi della produzione, rianimano spazi pubblici restituendogli il valore di luoghi di comunità. [apri]
Creative City: dynamics, innovations, actions
Le città che investono in ricerca, innovazione e rigenerazione attraverso la cultura e la creatività sono quelle all'avanguardia in Europa, dove si vive meglio, dove la cultura, l'arte, l'architettura e l'urban design hanno un ruolo e un significato attivo e che agisce sulla costruzione di un nuovo ed evoluto concetto di cultura delle città. Creativecity è una ricerca-rassegna, un atlante di progetti urbani e di paesaggio che raccoglie buone pratiche di creatività per il cambiamento della città contemporanea, tra cui Amsterdam, Barcelona, Bilbao, Bordeaux, Genova, Hamburg, Lyon, Lisboa, Marseille, Newcastle, Palermo, Rotterdam e Valencia. Le “piccole capitali creative” vengono interpretate per capire cosa accade e come si evolve l'Europa urbana nella quale viviamo e quali prospettive si aprono nei prossimi anni. [sfoglia il libro]
Protocollo REDS. Ripensare la città ecologica
L’impatto dei nuovi paradigmi ecologico, tecnologico e creativo interviene profondamente sul modo di pensare, sui metodi e sugli strumenti delle discipline che pensano, governano e modellano l’ambiente in cui viviamo. L'urbanistica ha la responsabilità di creare costantemente le condizioni di progresso ed oggi dobbiamo capire che abbiamo un'opportunità unica per riconsiderare il nucleo epistemologico delle scienze che concorrono a guidare l'evoluzione delle città. Il Protocollo REDS ci induce a tornare a guardare il territorio come risorsa generativa e non solo come spazio di consumo, attingendo alle energie del magma partecipativo in cui i talenti dei giovani, i lavoratori della conoscenza e le economie della sostenibilità si miscelano producendo un nuovo territorio che dobbiamo esplorare, interpretare, regolare e progettare, affrontando i nuovi conflitti – sociali, culturali, etnici, ecologici, funzionali e sempre più spesso economici – che trovano nella città genesi ed eruzione. [apri]
Next City: la città del futuro prossimo
La città del futuro sarà sempre più una “città della cultura”, in grado di competere nel panorama internazionale attraverso la valorizzazione e la promozione della propria identità culturale. Sarà lo scenario della competizione delle energie, delle risorse umane, delle intelligenze collettive e della creatività per la costruzione di un’evoluzione più compatibile con le molteplici identità e vocazioni e più sostenibile rispetto alle risorse e sensibilità. Il processo è già evidente in molte città, protese verso la valorizzazione delle proprie culture, attraverso la sperimentazione di nuove forme sociali e la progettazione di luoghi capaci di rispondere alle nuove domande della comunità e di alimentare nuove economie. L'analisi delle culture cities si chiude con una sintesi di alcune ricerche condotte negli ultimi anni a Palermo e offerte come riflessioni e pratiche per il nuovo progetto urbano.