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Maurizio Carta
Governare l'evoluzione. Principi, metodi e progetti per una urbanistica in azione
Milano, FrancoAngeli, 2009

Governare l'evoluzione è un termine complesso e polisemico che sottende l'impegno sempre più intenso della pianificazione e progettazione territoriale ad agire contemporaneamente sul versante della “guida” dei processi di conservazione e trasformazione delle città e del territorio e su quello della “regia” delle molteplici azioni di sviluppo poste in essere dagli attori territoriali. L'equilibrio tra la guida e la regia ha sempre costituito un obiettivo primario della disciplina e delle pratiche, ed è proprio a partire dal confronto tra riflessione disciplinare e pratiche che il libro si sviluppa. Governare l'evoluzione è una “riflessione in azione” che, attraverso alcuni saggi di carattere teorico e critico e il racconto di alcune esperienze di pianificazione del territorio affrontate dall'autore negli ultimi anni, conduce il lettore attraverso tre grandi temi: la rigenerazione urbana attraverso l'azione integrata, il potenziamento della dimensione culturale dello sviluppo e l'emergere di una stagione strategica in cui il negoziato deve essere temperato dal valore delle identità.


INDICE

Introduzione

Prima parte. Rinascimenti urbani

1. Prologo. Leggere la città oggi: dalla città di pietra alla città dei cittadini e ritorno
1. L'importanza delle letture collettive per una wikipedia urbana
2. Usare diverse fonti e forme di conoscenza
3. Leggere la città di quali cittadini?

2. L'interpretazione strutturale per l'orientamento delle strategie: l'Analisi RHOL
1. L'interpretazione dei ruoli e delle specializzazioni
2. Il riconoscimento delle gerarchie
3. L'individuazione di pesi per il riequilibrio territoriale
4. La trama delle relazioni di connessione
5. Dall'interpretazione strutturale all'azione strategica

3. La città e i musei. Indirizzi per la riqualificazione urbana a Palermo, di Maurizio Carta e Alessandra Badami
1. Verso uno sviluppo culturalmente fondato
2. Un impegno indifferibile: rafforzare la dimensione culturale dello sviluppo
3. Esperimenti: la rete dei musei della cultura urbana
4. Politiche culturali e sviluppo delle città

4. Urban center italiani: agenti per la città creativa, di Maurizio Carta e Barbara Lino
1. Urban Center 3.0 come strumenti della città creativa
2. Esperienze di urban center creativi: il caso di Palermo
3. Verso un network degli urban center italiani

5. I Programmi Strategici di Trasformazione Integrata per la rigenerazione urbana di Palermo
1. Il processo di pianificazione strategica per Palermo Capitale
2. Il ruolo delle Aree di Trasformazione Integrata

6. Connessione, rigenerazione e sviluppo: progetti per Palermo Capitale
1. Le piattaforme strategiche nell'ottica del Corridoio Meridiano di connettività mediterranea
2. La Piattaforma territoriale della Sicilia occidentale
3. Il contributo al Piano strategico per la riqualificazione, lo sviluppo e la promozione di Palermo Capitale
4. Il Programma “Porti&Stazioni” nello scenario strategico
5. Dalla visione guida al Masterplan per il waterfront: la nuova città d'acqua

7. In From the Margins. Principi ed indirizzi per le politiche di rigenerazione delle periferie urbane
1. La qualità urbana e lo sviluppo della città: nodi rilevanti per le periferie
2. La nuova generazione urbana: la città policentrica

8. Dubai, città transgenica del futuro prossimo venturo

9. Superluoghi e ipercittà. Da luoghi del consumo a luoghi della contemporaneità


Seconda Parte. La dimensione culturale dello sviluppo

10. L'evoluzione del paesaggio culturale come progetto per lo sviluppo locale: i Rilievi del Trapanese, di Maurizio Carta e Daniele Ronsivalle
1. L'obiettivo: leggere il paesaggio in evoluzione
2. L'interpretazione dei paesaggi culturali
3. I paesaggi locali
4. Dal paesaggio: i sistemi e le strategie per lo sviluppo locale

11. Strutture territoriali e strategie culturali per i sistemi culturali locali
1. L'armatura culturale del territorio: un sistema interagente di valori e opportunità
2. L'identità culturale come progetto di sviluppo locale
3. Strategie per i sistemi culturali locali
4. Indirizzi e opzioni operative

12. Indicatori e strategie per la formazione di distretti culturali in Sicilia, di Maurizio Carta, Daniele Gagliano e Daniele Ronsivalle
1. Economie della cultura in Sicilia
2. I sistemi culturali locali e le ipotesi di distretto
3. Gli indicatori della distrettualizzazione culturale
4. Interpretazione delle centralità dell'armatura culturale: strategie per lo sviluppo

13. Archeologia come espressione culturale dei territori: la visione di una koiné urbanistica del Mediterraneo, di Alessandra Badami
1. Esiste una koiné del Mediterraneo?
2. Il parco archeologico come luogo della condivisione e della partecipazione ai processi evolutivi storici
3. Verso una valorizzazione del patrimonio archeologico territoriale: dal parco archeologico al sistema di parchi

14. Riqualificazione ambientale e processi di metropolizzazione del sistema Monreale-Palermo-Altofonte, di Maurizio Carta, Marçel Pidalà e Claudio Schifani
1. Un sistema integrato di sostenibilità
2. Un'applicazione al territorio del Fiume Oreto

15. Il Manifesto di Beijing per uno sviluppo culturalmente fondato


Terza Parte. Governare il mutamento

16. Prospettive per la pianificazione territoriale in Italia

17. La norma della conservazione e della trasformazione del territorio in Italia, di Daniele Ronsivalle
1. La trasformazione
2. La conservazione
3. Il superamento dell'antinomia: la pianificazione territoriale provinciale dopo la legge 142/90

18. Le politiche italiane per lo sviluppo delle città e del territorio nel contesto europeo: l'esperienza del Dicoter

19. Le politiche territoriali nel Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, di Maurizio Carta e Daniele Ronsivalle
1. Le nuove sfide dell'Unione Europea
2. La dimensione territoriale del quadro strategico nazionale
3. La proposta del Corridoio Meridiano
4. L'interscalarità come parola chiave del governo del territorio

20. Il Corridoio Meridiano come “dispositivo territoriale” per un piano strategico del Mediterraneo
1. La dimensione territoriale del quadro strategico nazionale
2. Nodi urbani e policentrismo: i temi della competitività
3. Il Corridoio Meridiano come scenario di cooperazione e progetto territoriale per la competitività
4. Competitività e riequilibrio: i temi della ricentralizzazione meridiana
5. Le Piattaforme territoriali della Sicilia nell'ottica dell'armatura meridiana di connettività
6. Le infrastrutture come “dispositivi territoriali” attivatori di risorse

21. La Piattaforma Meridiana per lo sviluppo del Mezzogiorno, di Maurizio Carta, Daniele Gagliano, Daniele Ronsivalle e Claudio Schifani
1. Lo scenario euromediterraneo generato dal “Corridoio Meridiano”
2. Le immagini derivate dalla pianificazione vigente
3. Le risorse competitive della Piattaforma meridiana
4. Dalla selezione delle risorse agli scenari di trasformazione

22. Il Piano Territoriale della Provincia di Palermo tra identità strutturali ed indirizzi strategici
1. Verso una nuova dimensione strutturale e strategica: la mission del Ptp di Palermo
2. I mutamenti di scenario istituzionale e culturale e le funzioni di governo integrato del territorio
3. Il nuovo orizzonte della governance multilivello
4. Prove d'innovazione: il piano d'interpretazione delle risorse culturali

23. Il PUM di area vasta della Provincia di Catania: scenari e strategie per la Piattaforma multimodale orientale, di Maurizio Carta e Daniele Ronsivalle
1. L'ottica territoriale prevalente
2. Le diagnosi e gli indirizzi

24. Vision 2020. Il Piano Strategico di Area Vasta del Nord Barese Ofantino come strumento nella pianificazione multiscala della Regione Puglia
1. Il Piano Strategico del Nord Barese Ofantino come potenziatore delle strategie regionali
2. La metodologia adottata e le fasi di lavoro
3. Il Network istituzionale, professionale e partenariale del Piano Strategico del Nord Barese Ofantino
4. La vision: sette città creative
5. Gli scenari di sviluppo

25. Città liquida. I waterfront urbani come generatori di qualità
1. Le ambiguità feconde e le chiavi interpretative delle ricadute
2. La metodologia e la struttura della ricerca
3. L'energia creativa dei waterfront urbani

26. I waterfront in area storica: nuove prospettive di sviluppo compatibile per cinque città siciliane, di Alessandra Badami, Daniele Gagliano, Roberto Garufi, Anna Maria Moscato e Daniele Ronsivalle
1. Le “intuizioni” progettuali sui waterfront di cinque città siciliane
2. La metodologia
3. Determinazione della “profondità” dell'area di studio e selezione dei temi catalizzatori dello sviluppo
4. I contesti: analisi, valutazioni, indirizzi

27. Piani strategici per attivare il territorio

28. Post Scriptum. Dialogo tra un riformista e un conservatore

Bibliografia

Introduzione

If you didn't care what happened to me
And I didn't care for you
We would zig zag our way through the
Boredom and pain
Occasionally glancing up through the rain
Wondering which of the buggers to blame
And watching for pigs on the wing
(Roger Waters, 1977)


Governare l'evoluzione è un termine complesso e polisemico che sottende l'impegno sempre più intenso della pianificazione e progettazione territoriale ad agire contemporaneamente sul versante della “guida” dei processi di conservazione, qualificazione e trasformazione del territorio e su quello della “regia” delle azioni di sviluppo poste in essere da molteplici attori. L'equilibrio tra la guida e la regia ha sempre costituito un obiettivo primario della teoria e delle pratiche urbanistiche; ed è proprio a partire dal confronto tra riflessione disciplinare e progetti che il libro si sviluppa.
Negli anni della formazione dell'urbanistica contemporanea, dopo la cesura prodotta dalla Seconda Guerra Mondiale, una delle definizioni più diffuse sosteneva che “la pianificazione è quello che i pianificatori fanno” (John Friedman). Successivamente, negli anni Sessanta del XX secolo, alla visione pragmatica si è progressivamente sostituita una visione etica che affermava che “la pianificazione è quello che i pianificatori dovrebbero fare” (Britton Harris), aprendo la strada alla planning theory come via maestra per la strutturazione di un nuovo pensiero urbanistico, guidato da una disciplina dei comportamenti e da una teleologia.
Oggi, nello scenario che abbiamo di fronte, connotato da un lato dalla globalizzazione e dall'altro dalla riscoperta del locale, caratterizzato da un lato dalla grande occasione della competitività tra i sistemi territoriali e dall'altro dalla crisi nei sistemi territoriali, la definizione che deve guidare la nostra azione è che “la pianificazione è quello che i pianificatori fanno sapendo ciò che dovrebbero fare”. Tale principio apre la strada ad una chiara visione integrata tra azione progettuale e filtro etico, tra professionalità e riflessione, tra giudizio e responsabilità.
Nel 1983, Donald Schön pubblica The Reflective Practioner (tradotto in Italia nel 1993 con il titolo Il professionista riflessivo), il cui sottotitolo “Per una nuova epistemologia della pratica professionale” chiarisce il punto di vista dell'autore. Ai fini dello sviluppo professionale, dell'apprendimento organizzativo, del miglioramento continuo ed automotivato la “riflessione sull'azione mentre essa si svolge” viene indicata come un modo efficace per attivare processi incrementali dei livelli di consapevolezza, di decisionalità e di responsabilità professionale che oggi rappresentano gli obiettivi prioritari dei percorsi di formazione, piuttosto - come si va affermando negli ultimi anni - che uno sviluppo professionale convulso e onnivoro, in cui la pianificazione insegue le domande ed i bisogni senza agire per la loro modifica e disciplina.
Il professionista riflessivo - l'urbanista in azione - è colui che nell'agire professionale si pone come ricercatore, e proprio grazie a tale atteggiamento accresce conoscenze e competenze riflettendo nel/sul suo agire professionale. In tal senso una professionalità capace di riflettere mentre agisce rappresenta un'ipotesi ed una scommessa per tutti coloro che insegnano nelle scuole di urbanistica e che intendano assumere il profilo e lo stile operativo di un professionista che riflette sull'azione mentre essa si svolge.
La carica culturale delle posizioni di Schön si riflette immediatamente sul ruolo e la missione dell'insegnamento della pianificazione e dell'urbanistica. Nella maggior parte dei casi, i docenti si considerano e si comportano, sempre più, non solo o non tanto come “utenti di conoscenze eteroprodotte” ma anche e soprattutto come “generatori di conoscenze”, ossia produttori di teorie, di ipotesi e di soluzioni organizzative non prefigurate “dall'alto o altrove”.
Non propongo certo una retorica della “competenza pratica” (o l'elogio di un approccio pratico senza teorie). Intendo invece sollecitare e promuovere il superamento della dicotomia tra “conoscenza forte” (della scienza e del sapere) e “conoscenza debole” (dell'abilità artistica e della pratica) attraverso una consapevolezza, già citata da Schön, che “molti dei problemi che preoccupano i ricercatori in ambiente accademico sono ugualmente importanti per i professionisti nel loro ruolo di indagatori riflessivi”.
Per essere più chiari, e ai fini del valore di questo libro, intendo portare avanti la figura di “ricercatore-docente-professionista riflessivo” in una scuola che in modo chiaro e determinato cerca di farsi “ambiente organizzato di apprendimento” non solo per gli alunni ma anche per i docenti: luogo di sviluppo professionale in una prospettiva diversa e più articolata rispetto a quelle di aggiornamento e formazione in servizio.
Governare l'evoluzione è quindi una “riflessione in azione” che, attraverso alcuni saggi di carattere teorico e critico e il racconto di alcune esperienze di pianificazione del territorio affrontate negli ultimi anni, conduce il lettore verso tre grandi temi che oggi delineano l'impegno di riflessione e l'azione progettuale dell'urbanista: la rigenerazione urbana attraverso l'azione integrata, il potenziamento della dimensione culturale dello sviluppo territoriale e l'emergere di una stagione strategica in cui il negoziato deve essere temperato dal valore delle identità.
Il libro utilizza dieci anni di attività di ricerca, riflessione e sperimentazioni progettuali condotte dalla Scuola di pianificazione territoriale dell'Università di Palermo per estrarne principi e metodi capaci di orientare processi analoghi e di guidare il nostro impegno sul campo. I capitoli partono sempre da un'esperienza concreta, da un'occasione di confronto tra le solidità disciplinari e la fluidità del mondo, la proteiformità dei contesti territoriali, che interagiscono con il progetto, lo modificano e ne mutano la consistenza. Nelle esperienze raccontate il confronto tra solidità e fluidità, tra permanenze e dinamiche, ha sempre rafforzato il processo di piano e il progetto urbanistico, consolidandone l'impianto metodologico, potenziandone l'azione concreta e spesso concretizzandone la funzione.
La Prima Parte è dedicata al tema dei “rinascimenti urbani”, cioè delle nuove visioni che alimentano il secolo urbano in cui siamo definitivamente entrati da quando la popolazione urbana ha superato quella rurale, proponendo nuove sfide alla pianificazione e al progetto urbanistico.
Nel Prologo il libro si interroga sui processi di innovazione che l'analisi della città e del territorio richiede per essere ancora capace di seguire, interpretare e guidare le trasformazioni, sia dello spazio che della società, delle funzioni e delle relazioni. Il Capitolo 2 propone una modalità di analisi ed interpretazione delle componenti strutturali dei sistemi territoriali i cui fattori cardine sono le specializzazioni e le gerarchie, le opportunità e le reti. Un metodo di interpretazione delle strutture identitarie del territorio in grado di produrre un efficace orientamento delle strategie.
I principi e gli strumenti precedenti sono dispiegati nei successivi capitoli attorno ad alcune esperienze concrete condotte a Palermo: il progetto per la riqualificazione delle aree dismesse attraverso un'armatura di musei e luoghi per la cultura, la costituzione dell'Urban Center come agente di creatività, la redazione dei Programmi Strategici di Trasformazione Integrata per la rigenerazione urbana e l'avvio del processo di pianificazione strategica per Palermo Capitale in un'ottica di connessione, rigenerazione e sviluppo. Alle esperienze concrete si affianca una riflessione sulla necessità di rivedere i paradigmi, gli strumenti e le pratiche per politiche di rigenerazione delle periferie urbane che siano in grado di “rimetterle al centro”.
La Prima Parte si conclude con due incursioni all'interno di alcuni scenari in forte evoluzione che, come acceleratori di particelle, ci mostrano gli effetti potenziali di processi di più vasta portata: la prima riflessione parte da quello straordinario laboratorio urbano offerto da Dubai, vera e propria città transgenica del futuro prossimo venturo; la seconda incursione si cimenta con le dinamiche dei “Superluoghi”, dei grandi attrattori globali come nuovi luoghi della contemporaneità, capaci di sfuggire alla deriva dei “non luoghi” producendo nuove forme di socialità.
La Seconda Parte affronta la “dimensione culturale dello sviluppo” in termini di principi ed indirizzi per orientare un progetto di territorio che accetti la sfida del confronto con il palinsesto culturale senza sudditanze né arroganze. La prima sperimentazione riguarda l'interpretazione dell'evoluzione del paesaggio culturale come progetto per lo sviluppo locale nell'area dei Rilievi del Trapanese, la prima sulla quale è stato avviato un piano paesistico (non ancora “paesaggistico”) di nuova generazione in Sicilia, utilizzando un approccio la cui categoria interpretativa principale è il tempo delle trasformazioni: lento, accelerato o sincopato.
I capitoli seguenti riportano gli esiti di una ricerca applicata commissionata dalla Regione Siciliana e mirata all'analisi delle strutture territoriali e alla definizione di strategie culturali per la formazione di “sistemi culturali locali” attraverso una concettualizzazione del termine e una sua conseguente territorializzazione attraverso la formazione di specifici indicatori. Le due esperienze si propongono oggi come un riferimento concettuale e metodologico per il rafforzamento di una Koiné urbanistica del Mediterraneo, nella quale la connettività storica e territoriale del patrimonio culturale contribuisca a forgiare l'identità euromediterranea rilanciata dalla nuova Unione per il Mediterraneo. L'ultima sperimentazione proposta riguarda i processi strategici per la riqualificazione urbana e la metropolizzazione del sistema territoriale Monreale-Palermo-Altofonte definito dalla valle del fiume Oreto, nell'ottica della costruzione di uno sviluppo alimentato dalla dorsale paesaggistica del territorio.
La seconda parte si conclude con una escursione abroad, con una riflessione a partire dal Manifesto di Beijing del 2007 per uno sviluppo culturalmente fondato, in cui il governo cinese e la comunità urbanistica internazionale hanno posto le basi per un ripensamento del modello di sviluppo “ovunque e comunque”, riscoprendo i valori e la potenza del patrimonio culturale come generatore di qualità e sviluppo.
La Terza Parte entra nel merito delle istanze poste dalla necessità di “governare il mutamento”, dall'impegno di guidare i processi adottando strategie, regole e strumenti operativi capaci di intervenire nei sistemi complessi attraverso un sapiente equilibrio tra i tensori della conservazione e i propulsori dell'innovazione.
I capitoli iniziano da un quadro sintetico dell'evoluzione della pianificazione territoriale in Italia, affrontando la natura della norma della conservazione e della trasformazione del territorio, le politiche italiane per lo sviluppo delle città e del territorio nel contesto europeo e le nuove politiche territoriali nel Quadro Strategico Nazionale 2007-2013. Il quadro evolutivo è completato dalla presentazione di due recenti esperienze nell'ambito delle strategie di sviluppo dell'Italia nell'orizzonte 2020: la prima riguarda lo Studio di Fattibilità per il “Corridoio Meridiano” come dispositivo territoriale nello scenario di un piano strategico del Mediterraneo, la seconda approfondisce i caratteri e le potenzialità della “Piattaforma Meridiana” per la territorializzazione strategica del Mezzogiorno.
Dalla scala mediterranea e nazionale, i principi e gli effetti di un governo del territorio in mutamento vengono proposti ad una scala sub-regionale con l'intento di declinarli in forme maggiormente operative. Una delle occasioni di sperimentazione è il Piano Territoriale della Provincia di Palermo che, nell'ambito delle innovazioni regolamentarie, ha individuato le identità strutturali in termini di “invarianti” e “condizionanti” ed ha definito indirizzi strategici per la co-pianificazione dello sviluppo. Il secondo caso presentato è il Piano della Mobilità di area vasta della Provincia di Catania, in cui gli scenari e le strategie per la “Piattaforma multimodale orientale” hanno orientato le scelte infrastrutturali e della mobilità della Sicilia Orientale. Terzo caso che declina l'innovazione strumentale della disciplina è il Piano Strategico del Nord Barese Ofantino, affrontato come strumento attivo nella pianificazione multiscala della Regione Puglia e come strumento selettore ed integratore delle istanze del locale verso una reale governance multilivello in un concreto assetto multipolare della provincia pugliese.
Governare nel mutamento incrocia, necessariamente, le riflessioni sul “mondo liquido” che negli ultimi anni sono sviluppate da Zygmunt Bauman attorno alla epistemologia della contemporaneità. Naturalmente breve è il passo dalla metafora alla realtà e il libro propone due riflessioni sul tema della “città liquida”. La prima, di taglio teorico e concettuale, propone una visione innovativa dei waterfront urbani come luoghi densi a profondità variabile, componenti strutturali delle città di mare e, soprattutto, potenti generatori di qualità. La seconda, di taglio applicativo, mostra i primi esiti di una ricerca sui waterfront in area storica orientata a individuare nuove prospettive di sviluppo compatibile per cinque città costiere siciliane.
Ultimo contributo è una riflessione critica sulla recente esplosione in Italia di piani strategici, mirata a sottolinearne la debolezza quando non fungano da reali “attivatori” del territorio. Siamo convinti, infatti, che solo il progetto di territorio, l'evoluzione delle configurazioni urbane, il ridisegno delle qualità e il perseguimento del benessere siano le indispensabili componenti per intercettare il vento della pianificazione strategica e per trasformarlo in forza motrice per lo sviluppo, per la produzione di qualità e la competitività del territorio italiano.
Il libro si conclude con un post scriptum sotto forma di “Dialogo” tra un urbanista riformista e un urbanista conservatore, teso a dimostrare la vacuità di una diatriba tra tensione riformatrice e pulsione conservatrice, a dimostrare l'alternanza tra le visioni e la necessità di individuare una strada che non si appassioni alle categorie, ma che tenda alla capacità di fornire risposte contestuali.
Mentre stavo completando questa introduzione ho ricevuto in regalo da due giovani architetti una copia originale degli studi preliminari per il Piano Regolatore della Valle d'Aosta. La commozione non è stata solo per la preziosità dell'opera o per il suo valore simbolico, ma soprattutto per la modernità di quegli studi, delle tavole, delle visioni di sviluppo che si trasformano, prima che in norme, in “progetto di territorio”. Quel piano, dietro la spinta etica di Adriano Olivetti, ci ricorda che il fine ultimo del nostro impegno è l'uomo. Nella medesima convinzione, le riflessioni proposte nel libro sono costantemente alimentate da una visione per la quale la pianificazione urbana e territoriale ha come finalità il progetto della qualità della vita delle comunità locali nell'equilibrio democratico delle libertà e delle iniziative, promuovendo, alimentando e dando forma al perseguimento creativo della felicità e del benessere delle donne e degli uomini. Così come l'insegnamento di Vincenzo Cabianca mi ha mostrato negli anni della nostra collaborazione più intensa.
In un momento di crisi del progetto urbano e del piano territoriale, indecisi tra la firma delle archistar, il ripiegamento della sperimentazione pseudoartistica e una pratica spesso supina agli interessi particolari, noi vogliamo lanciare un messaggio per l'urbanistica. Per una urbanistica che non sia solo regolativa, ma anche progettuale; che non sia solo negoziata ma anche identitaria; che non produca solo norme ma che attivi strategie; che non sia puramente di indirizzo ma si impegni ad essere configuratrice di forme. Una urbanistica in evoluzione, capace di governare nel mutamento permanente e di disegnare nuovi modi di abitare interpretando le nuove istanze.
L'impegno dell'urbanistica e della pianificazione deve tornare ad essere un poderoso esercizio della responsabilità nell'interesse collettivo, un'applicazione del metodo scientifico non solo all'indirizzo consapevole della decisione politica, ma alla riconnessione del patto costitutivo della comunità con il territorio, nella consapevolezza che la dimensione etica della pianificazione ci impegna a fornire risposte al nostro insediamento, al nostro bisogno di abitare, alle nostre necessità produttive attraverso le capacità demiurgiche del piano, perché esso offra rifugio dai pericoli dell'individualismo sfrenato, permettendoci di sfuggire from pigs on the wing.

© 2009 Maurizio Carta | maurizio.carta@unipa.it