Maurizio Carta
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
E URBANISTICA
Dalla conoscenza alla partecipazione

Palermo
Medina
1996


INTRODUZIONE



I materiali pubblicati in questo volume vogliono presentarsi come un racconto del processo evolutivo della pianificazione territoriale ed urbanistica, attraverso riflessioni, commenti e sistematizzazioni di alcune teorie e metodologie, per individuare il valore di alcune posizioni innovative (o almeno di recente espansione) sul ruolo della pianificazione, nel quadro del perseguimento delle sostenibilità dello sviluppo e dell'incremento della partecipazione democratica dei soggetti coinvolti nel governo del territorio, finalizzato ad una maggiore efficacia ed equità dei piani.
La prima sezione è dedicata ad alcune posizioni teoriche sulla pianificazione considerata come scienza e come linguaggio, composta da una teoria, da una metodologia e da una pratica, considerati come momenti interagenti ed insostituibili. Il quadro all'interno del quale si sviluppano le riflessioni è quello di perseguire un approccio comprensivo (cioè che non escluda alcun parametro di conoscenza, comprensione, valutazione e giudizio) e sintetico (cioè che organizzi in un sistema intelligibile tutti i parametri utilizzati) al governo delle trasformazioni, un approccio globale che tenga conto della molteplicità delle opzioni in gioco; un approccio che agisce sul valore delle differenze e delle specificità piuttosto che sull'omologazione o sull'adesione ad un pensiero dominante, a formule universali e risolutive. Esiste un paradigma diffuso che definisce la pianificazione come ciò che il pianificatore fa (soprattutto in ambito americano, come si può rilevare, per esempio, dalla lettura di John Friedmann). Tuttavia, recentemente e con sempre maggiore forza, gli studiosi di scienze del territorio preferiscono sostenere che la pianificazione è ciò che il pianificatore 'dovrebbe fare' (Britton Harris) e si interrogano sulla natura, le caratteristiche e l'ampiezza di questi 'doveri'. Anche questo libro si interroga sulle opportunità offerte alla (e dalla) pianificazione e tenta di proporre alcune ipotesi di sviluppo della disciplina e di prospettare la fecondità di alcuni campi di ricerca.
I capitoli 1. e 2. forniscono alcuni riferimenti (tratti dalla letteratura o da esperienze concrete) alla definizione della pianificazione come metodo di governo della realtà spaziale, culturale, politica, sociale ed economica; viene tentata la costruzione, utilizzando alcuni quadri di riferimento già elaborati dalla letteratura consolidata, di una tassonomia (non rigida, ma in continua evoluzione) delle caratteristiche, degli obiettivi e delle finalità della pianificazione. Il capitolo 2., in particolare, propone alcune riflessioni sulle matrici americane della pianificazione, mediate dalla lunga attività di ricerca di John Friedmann.
I capitoli 3., 4. e 5. sviluppano il tema dei compiti che la pianificazione territoriale deve assumere per essere coerente con l'inevitabile mutamento dei paradigmi scientifici, epistemologici e socio-culturali che ha prodotto la sconfitta dei valori razional-comprensivi della modernità e l'assunzione di consapevolezza della complessità dei sistemi. Per molti questo mutamento non è una sorpresa, poiché, da tempo abitanti della noosfera dell'evoluzione, hanno prodotto e continuano a proporre una forte richiesta di modifica dei metodi e degli strumenti tradizionali che il quadro normativo ci ha consegnato dalla prima metà del secolo: una richiesta di strumenti pianificatori capaci di adattarsi ad una logica della flessibilità e della valorizzazione delle differenze.
Il capitolo 6. costituisce un approfondimento del metodo sistemico della pianificazione e della figura del pianificatore come tipologia comprensiva, attraverso l'analisi critica delle categorie che compongono un approccio globale, intersettoriale e multiculturale al governo delle trasformazioni territoriali, un approccio che riunifichi la cultura umanistica e quella scientifica, il pensiero classico e quello romantico, il metodo razionale e quello percettivo. Viene inoltre proposta un'applicazione ad un campo specifico della pianificazione urbana (quello del recupero dei centri storici) per mostrare come esso sia capace di rappresentare gli (ed agire sugli) aspetti relazionali e sistemici del problema.

La seconda sezione indaga sul ruolo ed il valore che un'armatura culturale del territorio (cioè l'organizzazione reticolare del sistema del patrimonio culturale territoriale e del sistema dell'educazione, della formazione e della ricerca) potrebbe assumere nella pianificazione, all'interno di un paradigma in continua evoluzione che assuma la conoscenza, la memoria, l'identità e la creatività come sue componenti per il perseguimento dell'efficacia socio-culturale delle decisioni e della sostenibilità dello sviluppo.
Il capitolo 7. indaga con particolare attenzione sul ruolo di una conoscenza storicizzata all'interno del mutamento dei modelli di sviluppo da una modernizzazione dei consumi senza creatività (che ha caratterizzato gli anni '50 e '60) ad un consumo della modernizzazione senza qualità (caratteristica degli anni '70 e '80) fino alla proposta di uno sviluppo a matrice cognitiva che sappia coniugare qualità e creatività, innovazione e memoria, conoscenza e sviluppo socio-economico.
I capitoli 8. e 9. riportano alcune sperimentazioni che il Laboratorio di Pianificazione Territoriale sta conducendo intorno al rapporto tra sistemi informatici cognitivi e pianificazione territoriale, intorno al loro uso, alla loro validità logica e semantica, alla loro efficacia per l'identificazione degli scenari di scelta e per la gestione delle decisioni. Nel capitolo 9., in particolare, vengono riportati i risultati ­p; ancora più metodologici che pratici ­p; di alcune sperimentazioni di un sistema informativo ipertestuale per la conoscenza del territorio eoliano, il governo delle trasformazioni, la partecipazione alle scelte e la formazione dei cittadini.
Il capitolo 10. riporta le indagini condotte da chi scrive, in collaborazione con alcuni ricercatori dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, sull'implementazione del Sistema Museale Regionale, un sistema territoriale di musei locali capace di coniugare conoscenza e pianificazione, formazione dei (e consulenza ai) diversi soggetti coinvolti nel processo di governo del territorio (cittadini, amministratori, pianificatori, operatori economici).
Il capitolo 11. è il risultato di una ricerca condotta in collaborazione con l'Institut d'Urbanisme de Paris sul patrimonio culturale come strumento dello sviluppo locale e sulle politiche culturali in Francia; in particolare vengono indagati i rapporti tra le politiche del patrimonio, la pianificazione nazionale ed il governo locale del territorio. La ricerca riguarda la possibilità di trasformare il sistema territoriale del patrimonio culturale in occasione e strumento di uno sviluppo storicamente, culturalmente e creativamente fondato, di trasformare il patrimonio culturale nel 'terzo attore' della pianificazione (dopo stato e mercato, cioè dopo la verifica di sostenibilità politico-istituzionale ed economica), un attore che interpreta e dà voce alla comunità insediata, un attore che sia capace di dare parola alla popolazione troppo spesso esclusa dal processo di pianificazione dello sviluppo, capace di rappresentare le esigenze di conoscenza e di partecipazione.

La terza sezione si occupa di un campo specifico della ricerca sul ruolo del patrimonio culturale nello sviluppo, si occupa cioè della capacità della città di costituire veicolo della conoscenza, di trasformarsi in formidabile strumento comunicativo capace di auto-organizzarsi e di attuare una forte relazione cognitiva con i cittadini. Il capitolo 12., attraverso un'analisi storica della formazione della città europea nel Medioevo, esamina le radici e le matrici culturali di questa visione della città come sistema comunicativo e dell'urbanistica come attività retorica di codificazione e significazione dello spazio e della società e come strumento per la costruzione di un sistema di comunicazione delle scelte.
I capitoli 13. e 14. riportano alcune esperienze di ricerca che il Laboratorio di Pianificazione Territoriale sta conducendo: la prima riguarda la costruzione di un'armatura cognitiva urbana a Palermo, fondata sul patrimonio museale delle università, capace di rispondere alla nuova e sempre crescente domanda di conoscenza che si sviluppa nella popolazione; il secondo esperimento riguarda la proposta per Erice (città internazionale della ricerca e della divulgazione scientifica) di un polo della conoscenza umanistica che utilizzi il notevole spessore storico del suo patrimonio culturale per produrre una città della memoria e della conoscenza.

La quarta sezione, infine, propone alcune linee di ricerca e di sperimentazione relative alla pianificazione del patrimonio culturale territoriale, dei rapporti tra le politiche della conservazione e quelle dello sviluppo. Il capitolo 15. riguarda le relazioni, i conflitti, le opportunità esistenti tra il governo del patrimonio archeologico e la pianificazione del territorio, in particolare in Sicilia dopo l'emanazione di una normativa specifica sull'istituzione di un sistema territoriale di parchi archeologici regionali. Il capitolo 16., scritto insieme ad Angela Badami, mostra un approccio metodologico alla pianificazione del sistema ambientale e culturale applicato al caso del comune di Corleone, in cui trovano convergenze e coerenze l'organizzazione del sistema fisico-strutturale, del sistema ambientale-paesaggistico e del sistema culturale architettonico.

Le riflessioni e le ricerche qui presentate non vogliono essere esaustive e completamente sistemiche, troppi sono gli elementi e le diversità che caratterizzano gli approcci alla pianificazione; tuttavia l'intenzione è quella di mettere in evidenza alcuni nodi che soprattutto dal punto di vista teorico-metodologico contraddistinguono il campo delle ricerche del Laboratorio di Pianificazione Territoriale e l'approccio alla pianificazione proposto dalla lunga attività di Vincenzo Cabianca, che chi scrive considera innanzitutto un maestro e poi un direttore delle ricerche. Il libro dunque intende presentare, si spera in maniera metodologicamente rigorosa e scientificamente coerente, una serie di contributi (in parte teorici, in parte metodologici ed in parte frutto di alcune sperimentazioni) che evidenzino il valore della matrice cognitiva e partecipativa della pianificazione territoriale e si propone come contributo alla formazione degli studenti in pianificazione urbana e territoriale.


 Torna alla Home Page

 Go to the Home Page

 piazza Bologni, 13 - 90134 Palermo

 tel. +39.91.6079210

 fax. +39.91.6079244

 e-mail: mcarta@unipa.it

© 1998 Maurizio Carta, architetto. Tutti i diritti riservati.